Cronaca locale

Cieli nuvolosi alla Sormani: quando la foto diventa arte

Sono in mostra fino all'11 agosto trenta scatti sui cirri firmati da Maurizio Battello in 45 anni di passione

Stefano Giani

Il cielo è uno solo, ma i modi di guardarlo sono infiniti. «Fa', o Signore, che l'uomo speri ancora, guardi il cielo e rinnovi il suo piccolo cuore» recita una preghiera orientale. E le nuvole, sconosciute ai più, sono l'ispirazione di un fotografo che da 45 anni vive con lo sguardo verso l'alto, rinnovando ogni giorno il suo cuore. Maurizio Battello ha fatto di questa passione e del suo spirito viaggiatore che lo ha portato in ogni angolo del mondo una ragione di vita. Oggi il suo archivio conta 30mila immagini - diecimila su pellicola e 20mila in digitale - dedicate alle nuvole e ai loro pazzi giochi nella volta celeste. Da ieri alla Sormani una trentina di questi suggestivi e meravigliosi scatti sono esposti fino all'11 agosto dalle 9 alle 19 a ingresso libero.

Accompagnato fedelmente dalle sue Canon Eos 33, Minox 35GT e Nikon Coolpix 990, Battello ha fotografato ad ogni altezza, dalla terra al cielo durante le trasvolate aeree intercontinentali ma sempre con l'obiettivo di ritrarre i segreti e le formazioni cumuliformi e stratiformi. Quelli che si ammirano nella biblioteca comunale sono pezzi unici e straordinari che rappresentano una forma d'arte alla stregua di certe tele rinascimentali o ottocentesche. «Eppure non sono riuscito a convincere Messner. La direttrice del museo delle Dolomiti era entusiasta, ma per il conquistatore degli Ottomila la fotografia non è arte» spiega l'autore che vanta al suo attivo numerosi allestimenti di prestigio.

Il Castello Sforzesco, Lecco, la torre medievale di Varenna, la natale Cavenago hanno tenuto a battesimo i cieli visti da Battello che ha molti conti in sospeso. E qualche traguardo da raggiungere. «Al Planetario mi hanno detto che non potevano allestire la mostra perché loro si occupano solo di cielo. Si vede che le nuvole hanno cambiato casa...». E così, la prima nazionale è stata organizzata in riva al lago di Como. Adesso che è stata inaugurata l'esposizione alla Sormani l'autore vuol vincere la prossima sfida. Un vernissage su un grattacielo. Oggi che il Pirellone non è più solo, si apre un ventaglio di possibilità. «Se Unicredit fosse interessata sarebbe meraviglioso» la butta là il fotografo.

In archivio ci sono scatti ovunque. Dalla Scozia alla Norvegia. Dal Messico a Cuba. Dagli Stati Uniti alla Cina all'Himalaya. Anche se i panorami migliori si vedono in Oriente, Mongolia in particolare. Le nuvole di Battello hanno avuto anche un'ascendenza editoriale raffinatissima con il torchio d'arte del Pulcinoelefante in tiratura limitata. Guardare le nuvole significa anche capire la meteorologia e i suoi proverbi. «Rosso di sera bel tempo si spera», per chi non lo sapesse, non è solo un motto popolare, ma saggezza scientifica.

Le perturbazioni arrivano da ovest al tramonto, quindi se c'è del rosso, il brutto è ancora lontano.

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