Cronaca locale

Comune lombardo registra bimba con due papà

Comune lombardo registra bimba con due papà

Un Comune lombardo trascrive l'atto di nascita di una bimba con due papà. È la prima volta che un'Amministrazione (si tratta di un importante centro della Lombardia) registra il figlio di una coppia omosessuale senza l'intervento di un giudice.

La bambina è nata in Canada con l'utero in affitto. L'associazione Famiglia Arcobaleno fa sapere che si tratta ufficialmente del primo caso in cui un Comune riconosce direttamente la doppia genitorialità di una famiglia gay. In passato infatti per richieste simili le famiglie avevano dovuto rivolgersi ai tribunali, con risultati alterni. La sindaca della cittadina, eletta con una lista civica, ha chiesto ai funzionari dell'anagrafe di studiare la giurisprudenza sul delicato argomento. Da subito disponibile, ha prima registrato il certificato di nascita con il nome del solo papà biologico e poi l'atto integrale. Spiega Famiglie Arcobaleno: «La Cassazione (con la sentenza 19599/2016, ndr) ha già chiarito la perfetta liceità delle trascrizioni degli atti di nascita con due padri o con due madri». L'auspicio dell'associazione è che ora altri sindaci seguano l'esempio della collega lombarda: «Ci sono molte richieste pendenti in questo senso». Come quella delle due mamme di Perugia. Dove però il primo cittadino, Andrea Romizi di Forza Italia, rifiuta la trascrizione. In questo caso il bambino è nato in Spagna ed è bloccato lì, insieme alla coppia, perché non può avere alcuna cittadinanza.

L'avvocato Michele Giarratano, del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno che ha seguito la coppia lombarda, spera che tale primo risultato «rappresenti solo l'inizio di una doverosa prassi amministrativa che riconosca le famiglie omogenitoriali fin dall'origine senza dover procedere alla forzatura delle stepchild adoption. I tribunali, abolita l'obiezione dell'ordine pubblico, hanno segnato la strada». E Marilena Grassadonia, presidente dell'associazione: «Tutto ciò conferma come una legge che tuteli i nostri figli e le nostre figlie sia necessaria e urgente.

Sollecitiamo inoltre un intervento del ministero dell'Interno che fornisca a tutti i Comuni indicazioni adeguate per uniformare le prassi».

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