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Il profumo del cibo fa ingrassare

Secondo un recente studio condotto dall'Università della California, il profumo del cibo influirebbe negativamente sulle regioni del cervello che regolano il metabolismo rallentando lo smaltimento dei grassi

Il profumo del cibo fa ingrassare

Per la buona riuscita di una dieta, non basterebbe più affidarsi esclusivamente a una corretta alimentazione ma bisognerebbe evitare anche il profumo del cibo: infatti, secondo un recente studio condotto dall’Università della California e pubblicato sulla rivista scientifica Cell Metabolism, l’olfatto rallenterebbe infatti il metabolismo. Non è di certo una buona notizia per chi è alle prese con la prova costume, test di stagione per molte persone alle prese con mare e piscina.

Lo studio è ancora sperimentale ma i risultati appaiono già interessanti poiché per la prima volta riconoscono il potere dell’olfatto. Per arrivare a questa conclusione, sono stati analizzati per circa due mesi i comportamenti di due gruppi di cavie, di cui uno perfettamente dotato di olfatto e l’altro completamente privo. Ai roditori sono stati sottoposti due tipi di diete, la prima equilibrata e la seconda ad elevato contenuto di grassi.

Se con la dieta equilibrata i comportamenti riscontrati nei due gruppi di cavie sono stati pressoché identici, si sono riscontrate differenze sostanziali nella somministrazione dell’alimentazione ricca di grassi. In particolare, i ricercatori hanno notato che l’olfatto e, nello specifico, la sollecitazione proveniente dall’odore del cibo influirebbe negativamente sulle regioni del cervello come l’ipotalamo, ovvero quelle che regolano appunto il metabolismo. Come agiscono? Rallentando l’attività di smaltimento dei grassi ingeriti attraverso l’alimentazione. È dunque come se il cervello venisse distratto dal profumo sprigionato dalle varie pietanze, anziché impartire al metabolismo il segnale di bruciare le calorie.

Per il momento lo studio è stato condotto solamente sul mondo animale e, a meno di ulteriori conferme, potrebbe non avere le stesse evidenze sugli esseri umani.

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