Cronache

Metropolitana di Roma, due le accuse contro il conducente

Violate le norme per la sicurezza. Ora Tonelli rischia il licenziamento

Metropolitana di Roma, due le accuse contro il conducente

Non c'è solo il reato di lesioni personali tra le accuse che in queste ore vengono formulate contro Gianluca Tonelli, il conducente della metropolitana di Roma che era in servizio quando una donna di origini bielorusse è rimasta incastrata nella porta di uno dei vagoni, finendo trascinata per decine di metri e poi in ospedale con fratture gravi.

È la procura di Roma a sostenere che nella vicenda si intravvede anche una violazione del decreto legislativo n. 81 del 2008, incentrato sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro per infortunati causati da terzi. Questa è la seconda accusa rivolta al dipendente dell'Atac, filmato dalle telecamere di sicurezza mentre mangiava nella cabina di guida, in quei secondi in cui avveniva il terribile incidente.

Già sentito da persona informata sui fatti dalla polizia, nei prossimi giorni Tonelli potrebbe essere chiamato in procura per dire la sua in veste di indagato e rischia il licenziamento.

Intanto però gli inquirenti hanno detto di volere anche una consulenza tecnica, perché è necessario capire se quel treno - ora sequestrato - della linea B, dove viaggiano i vagoni più vecchi, fosse stato sottoposto alle manutenzioni periodiche e se avesse un sistema d'allarme in regola con le norme.

Sono undici, secondo Il Messaggero, i video a disposizione di chi indaga per ricostruire con precisione quanto accaduto e capire perché Tonelli si sia fermato solo alla stazione successiva, nonostante qualcuno a bordo avesse attivato il segnale d'emergenza, per avvertire che la 43enne Garkovic era rimasta bloccata nelle porte da una busta della spesa.

"Non potevo accorgermi di quello che stava accadendo", ha sostenuto il conducente, secondo il quale la donna sarebbe scesa all'ultimo istante, dopo il segnale acustico che avvisa della chiusura delle porte, con tutta probabilità per una telefonata ricevuta in quel momento, che le avrebbe fatto cambiare idea.

Sempre più semplice rispondere a chi si chiede perché i sensori non si siano accorti che qualcosa era rimasto bloccato: sono tarati sulla dimensione del polso di un bambino e a rimanere incastrata sarebbe stata la borsa di nylon che la donna aveva con sé.

Troppo sottile perché potesse far riaprire le porte.

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