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Ori, anelli e titoli: i vincitori seriali

Grandi collezioni: dalle medaglie di Phelps ai mondiali di Rossi e Schumi

Ori, anelli e titoli: i vincitori seriali

Fenomeni, eroi, immortali. Da tempo immemore Roger Federer fa parte di un elenco di indiscutibili fuoriclasse. A quasi 36 anni, il più vecchio a riuscirci nell'Era Open, ha conquistato l'ottavo titolo a Wimbledon, lasciandosi alle spalle William Renshaw e Pete Sampras a quota sette. Renshaw e Sampras, due campionissimi di un tennis distante anni luce che si inchinano a sua maestà Federer, che dopo essere entrato un anno fa nel tunnel degli infortuni ha ritrovato la luce nel suo cammino in questo suo 2017 straordinario (ops sono finiti gli aggettivi per Roger).

Ma non è l'unico capace di imprese impossibili. Lo svizzero si aggiunge a una lunga lista di campioni, anzi eroi, anzi immortali, affianco alla quale è appeso un numero che, più di altri, li contraddistingue.

C'è Bill Russell, il leggendario centro dei Boston Celtics degli anni '50-'60 che si è portato a casa undici anelli Nba, un mare così grande se paragonato ai soli sei titoli del dio del basket, «il signor del parquet, sua altezza reale» (per dirla alla Space Jam,) ossia Michael Jordan.

Al di là dell'Atlantico sono cresciuti pure altri mostri sacri dello sport. Su tutti lo Squalo Michael Phelps, che sarà ricordato per l'eternità per aver vinto otto medaglie d'oro in un'unica edizione dei Giochi Olimpici (Pechino 2008), meglio delle sette del baffone Mark Spitz. Sette come i titoli di Schumacher ma pure come i Tour de France che il malvagio Lance Armstrong ha dominato, poi cancellati dall'albo d'oro della Grande Boucle.

Certi numeri, magici, però, potrebbero cambiare nel tempo. Se guardiamo agli instancabili Nadal e Rossi, accomunati dal sangue latino, dalla fame e dalla ricerca dei record. Il primo, rivale per eccellenza di Federer (a proposito il conto degli slam si è aggiornato e dice 19 Roger e 15 Rafa) ha da poco vinto, in scioltezza, il 10° Roland Garros e non sembra volersi fermare qui. Il Dottore, invece, di recente si è imposto per la 10ª volta sul traguardo di Assen. In fondo, è risaputo che sia un altro il dieci che per Rossi ha un valore inestimabile: il decimo titolo della carriera che manca alla collezione. Chiamateli campioni o persino cannibali, ma questi giocatori, atleti, piloti ci regalano emozioni uniche.

Storie di miti senza fine.

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