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Hanno ragione loro

Siamo cornuti e mazziati. Sugli immigrati il governo ci ha tradito e ora riceviamo pure schiaffoni da mezza Europa

Hanno ragione loro

Siamo cornuti e mazziati. Sugli immigrati il governo ci ha tradito e ora riceviamo pure schiaffoni da mezza Europa. Ieri l'altro gli austriaci ci hanno chiesto ufficialmente di lasciare i profughi sulle isole e non permettergli di mettere piede sul continente. Adesso ci dà ordini anche il premier ungherese Viktor Orban. Insieme ai quattro leader del gruppo di Visegrad (oltre all'Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia) ha scritto una lettera a Gentiloni chiedendo che l'Italia chiuda i suoi porti all'accoglienza. Saranno anche prese di posizione ad uso interno (in alcuni di questi Paesi si sta per andare a votare) ma è innegabile che la nostra sciagurata politica sta creando preoccupazione e problemi in tutta Europa. Il primo istinto è di mandare tutti questi signori a quel paese, un po' per orgoglio, un po' a difesa della sacrosanta sovranità nazionale che ci dovrebbe consentire di fare ciò che vogliamo senza obbedire a ordini o rendere conto ad altri Paesi.

Ma c'è un però. Sbollita l'indignazione per l'indebita interferenza, siamo poi così sicuri che Austria, Ungheria e soci non abbiano ragione a pretendere un cambio di rotta dell'Italia? Io penso sì, penso che i nostri vicini abbiano tutto il diritto di pretendere che l'Italia tappi la falla, perché nessuna catena (in questo caso l'Europa) è più forte del suo anello più debole (l'Italia). Ciò che entra in Italia, entra in Europa, quindi in Austria, in Ungheria nella Repubblica Ceca (eccetera eccetera) che di questa invasione non ne vogliono sapere. Sbagliano loro? Non credo. Anzi, penso che abbiano ragione e che la loro preoccupazione sia aggravata nel sapere che il presidente della Camera italiana, Laura Boldrini, quello dell'Inps Tito Boeri e il nostro governo (che insiste sulla legge dello ius soli) sono per allargare ulteriormente le maglie degli ingressi.

Cosa c'è di «incomprensibile» in tutto questo? È il caso in cui l'ascolto varrebbe più della fermezza. Perché stare fermi su una posizione assurda, fallimentare e pericolosa non è da «italiani schiena diritta» ma da stupidi.

Cosa altro deve succedere perché si prenda atto che è arrivato il momento di sigillare, con le buone o con le cattive, le nostre coste? Gentiloni, che è uomo di buon senso, bene farebbe a non cadere nella trappola che sta inghiottendo tutti i nostri politici che non hanno il coraggio di guardare in faccia la realtà.

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