Cronache

Rapina stile "Arancia meccanica". Tra i ladri pure un 12enne rom

"Arancia meccanica" in una villa nel Napoletano, a Massa Lubrense. Picchiato e rapinato anziano sulla sedia a rotelle. Tre fratelli rom indagati. Due sono minorenni. Uno non è imputabile

Rapina stile "Arancia meccanica". Tra i ladri pure un 12enne rom

“Mi parli della tua famiglia?”. Intanto gli puntava un grosso cacciavite contro, a soli 12 anni. Il suo piccolo corpo doveva tenere a bada quell’anziano sulla sedia a rotelle, messo “ko” dai fratelli che intanto stavano svuotando il caveau della villa. L’avevano prima picchiato. Si erano accaniti contro di lui con calci, pugni, scarpe, colpendolo perfino con quel cacciavite che poi hanno messo tra le mani di un ragazzino per tenere sotto minaccia un uomo inerme e gravemente ferito. Volevano a tutti i costi chiavi e combinazione per aprire la cassaforte. Avrebbero potuto ucciderlo. Hanno continuato a menarlo fino a quando non hanno ottenuto ciò che volevano.

Un incubo durato 20 lunghissimi minuti, il mese scorso. Era una domenica di giugno, il malcapitato si trovava nella sua villa di Massa Lubrense, comune della costiera sorrentina, in provincia di Napoli. In pieno giorno l’anziano si è trovato in casa tre sconosciuti. Colpito alla testa e su tutto il corpo è poi finito al pronto soccorso dell’ospedale di Sorrento, dove i medici gli hanno refertato 30 giorni di prognosi per le brutte lesioni riportate. La banda era riuscita a fare razzia di pezzi di argenteria, denaro e altro, scappando con un bottino quantificato in circa 50 mila euro di valore.

Sono state avviate immediatamente le indagini, a cui hanno lavorato i carabinieri della compagnia di Sorrento. Il lavoro dei militari dell’Arma ha permesso di ricostruire i fatti con immagini e testimonianze che hanno portato a stringere il cerchio intorno a tre fratelli di etnia rom, domiciliati in un campo situato nell’area nord della provincia di Napoli. In due sono stati arrestati nelle ultime ore: un 30enne e un 17enne, già noti alle forze dell’ordine e con precedenti penali specifici. Sono gravemente indiziati del delitto di rapina aggravata. I militari dell’Arma hanno eseguito nei loro confronti un decreto di fermo emesso dalla procura di Torre Annunziata e da quella per i minorenni di Napoli, che hanno coordinato le indagini.

Con loro, quel giorno, c’era il fratello più piccolo, non imputabile. Ha appena 12 anni. Secondo l’accusa, durante la rapina, cercando di stabilire un dialogo con il povero anziano faceva domande sulla sua famiglia. Come farebbe un qualsiasi bambino, con la differenza che tra le mani aveva un cacciavite con cui lo minacciava. Non aveva partecipato all’aggressione, ma era lì alla sua tenera età a guardare come si fa, come si picchia un uomo, come si rapina, e a tenerlo in scacco. Un’altra vittima innocente della barbarie umana, che ora dovrà essere recuperata.

Proseguono intanto le investigazioni da parte dei carabinieri, indirizzate dalle due procure, per capire come la famiglia di slavi abbia agito così a “colpo sicuro”.

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