Economia

Berlino richiama 5 milioni di auto

Piano da 500 milioni, di cui la metà a carico dello Stato, per salvare il diesel tedesco

Berlino richiama 5 milioni di auto

«Salviamo il Diesel»: in queste parole c'è il senso del summit che ha visto di fronte, a Berlino, le Case automobilistiche tedesche, l'associazione che le rappresenta (Vda), il governo, i Landër e i Comuni. I gruppi Daimler, Bmw e Volkswagen si sono impegnati ad aggiornare il software delle auto a gasolio con omologazioni Euro 5 ed Euro 6 allo scopo di ridurre di un altro 25-30% le emissioni degli ossidi di azoto (NOx). A essere interessati sono 5,3 milioni di veicoli i cui proprietari non dovranno sborsare un euro. Il costo per l'industria tedesca doverebbe essere meno di 100 euro per veicolo (un'oretta il tempo per la messa a punto), quindi circa 500 milioni in tutto. Lo Stato contribuirà con 250 milioni.

Dei 5,3 milioni di vetture coinvolte, 3,8 milioni sono Volkswagen, 900mila Mercedes e circa 300mila Bmw. A queste si aggiungono alcune vetture targate Opel e di altri costruttori esteri. Il gruppo Bmw è andato oltre, offrendo fino al 31 dicembre un bonus green per un massimo di 2.000 euro. L'iniziativa è rivolta ai possessori di un'auto Euro 4 che decidano di sostituirla con un nuovo modello Bmw o Mini dotato delle nuove tecnologie per la riduzione delle emissioni. Incentivi sono in arrivo anche da Volkswagen e Mercedes.

La Germania, colpita duramente dal Dieselgate innescato dal gruppo Volkswagen, con la conseguente apertura di inchieste su altri costruttori e nuovi scandali che continuano a emergere (il «cartello» tedesco oggetto di indagini da parte dell'Ue; il presunto abuso da parte di Volkswagen di 400 milioni di fondi europei che sarebbero serviti per finanziare la tecnologia tarocca; le accuse alla Kba, l'Authority federale dei Trasporti, che avrebbe coperto la Porsche sul Dieselgate) cerca ora di ricostruire l'immagine devastata del motore a gasolio e, di riflesso, della sua industria delle quattro ruote.

«L'industria dell'auto è consapevole di aver perso molta fiducia», ha ammesso l'associazione Vda, che sottolinea anche che i produttori stessi hanno concordato di contribuire finanziariamente a un fondo per la «mobilità sostenibile». A scagliarsi contro i denigratori del diesel è il numero uno di Bmw Group, Harald Krüger: «Per quasi due anni - ha detto - questa tecnologia che è all'avanguardia, altamente efficiente e molto apprezzata dai clienti è stata deliberatamente e pubblicamente screditata. Questo ha creato enorme incertezza tra milioni di persone e non ci porta da nessuna parte».

In Germania si avvicinano le elezioni e tra i temi caldi della campagna elettorale, visto quello che sta accadendo, c'è proprio il tema Dieselgate. L'auto dà lavoro a centinaia di migliaia di persone e il settore è centrale per l'economia e soprattutto l'esportazione. Lo sforzo in atto è quello di far emergere il lato positivo dei motori diesel che, nel 2016, hanno rappresentato il 46% di una domanda ora però in caduta. «Non dimentichiamo - ha puntualizzato il presidente della Vda, Matthias Wissmann - che il diesel è estremamente importante per la protezione del clima, emettendo meno anidride carbonica, e la prosperità del Paese».

La Commissione Ue sta intanto valutando la possibilità di avviare un'azione legale contro il presunto «cartello» costituito da Volskwagen, Audi e Porsche, Daimler, e Bmw.

Le informazioni che si riferiscono al caso sono esaminate «su base prioritaria», ha comunicato al governo tedesco la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager.

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