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La Sicilia è in rosso Tre Comuni su quattro sono a rischio default

Ritardi nell'ok ai bilanci 2016. La difesa: colpa dei mancati trasferimenti della Regione

La Sicilia è in rosso Tre Comuni su quattro sono a rischio default

S ul terreno del prossimo test elettorale prima delle Politiche, dove si giocheranno le sorti delle alleanze e si misurerà la forza dei partiti che aspirano a guidare il Paese, si è aperta una voragine. Finanziaria e politica. In Sicilia 264 Comuni non hanno approvato i bilanci 2016, 184 nemmeno i previsionali del 2017, e il governatore (ricandidato) Rosario Crocetta ha firmato 18 decreti di commissariamento. Via i sindaci e via le giunte, anche quelle appena elette, con i neo primi cittadini che rischiano di vedersi destituiti ancor prima di aver dato un'occhiata ai numeri.

In pratica tre amministrazioni su quattro della Regione autonoma sono sull'orlo del crac. Di queste ben 140 sono state appena rinnovate con l'ultima tornata delle elezioni comunali meno di due mesi fa e sono già sulle sabbie mobili. L'invio dei commissari ad acta arriva all'ombra di un braccio di ferro tutto interno al centrosinistra, tra il governatore mollato dal Pd e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che da quel Pd si è smarcato subito dopo la rielezione al suo quarto mandato. Il primo cittadino, che è anche numero uno dell'Anci Sicilia, pochi giorni fa aveva lanciato l'allarme del pre-dissesto con una lettera inviata proprio al presidente della Regione: mancano all'appello, aveva avvertito, trasferimenti ai Comuni per 455 milioni di euro tra assegnazioni di parte corrente (340 milioni) e risorse per gli investimenti (115 milioni). Un tesoretto che Orlando chiedeva a Palazzo D'Orleans di ripartire «con urgenza» tra le varie amministrazioni alle prese con i bilanci di previsione. Invece al posto dei riparti sono arrivati i commissariamenti e ora l'Anci punta il dito contro Crocetta: se i Comuni sono in rosso, è colpa della Regione inadempiente. «In molti casi la conoscenza di quei dati è un elemento fondamentale per l'approvazione dei bilanci di previsione 2017 - spiega l'associazione - In 140 amministrazioni poche settimane fa si sono tenute le elezioni e sono stati avviati adempimenti di natura organizzativa e procedurale». Per Orlando è «paradossale», che «a fronte di tale situazione di complessiva criticità finanziaria si avvii un iter che, per la stragrande maggioranza comporta il rischio di decadenza del consiglio comunale, della giunta e del sindaco».

Tutto ciò avviene mentre il parlamentino siciliano nel silenzio generale - unici contrari i grillini - con un blitz ha appena reintrodotto le Province sotto le mentite spoglie delle «Città Metropolitane» e dei «Liberi Consorzi», per cui ha resuscitato l'elezione diretta di presidente e consiglieri. Con relative indennità. Manca solo il voto finale dell'Aula, poi gli enti sepolti nel resto d'Italia dalla legge Delrio vedranno nuova luce nell'isola speciale.

Prima delle vacanze la Regione ha anche approvato il suo di rendiconto finanziario. Con il via libera dell'assemblea, la Procura della Corte dei Conti, che aveva impugnato il documento, può mettersi il cuore in pace: il ricorso è decaduto. I «conti sono in ordine», ha sentenziato Crocetta.

Ma il territorio è in dissesto.

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