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Il Var funziona Ha già corretto un paio di sviste

di Filippo Grassia

I l Var ha superato l'esame nella storica giornata d'esordio perché gli arbitri hanno sfruttato al meglio l'anno di sperimentazione off-line. E di questo va dato atto a Rosetti, chiamato da Nicchi a gestire la moviola in campo. Altrimenti si sarebbero verificati quei pasticci che hanno allarmato la Bundesliga. Qualche sbavatura c'è stata. Evidente il riferimento al gol annullato al Torino sul campo di Bologna, dove l'assistente La Rocca ha segnalato un fuorigioco inesistente di Belotti e l'arbitro Massa gli è andato dietro fischiando un attimo prima del tiro vincente, neutralizzando così il Var.

L'esempio migliore porta la firma di Maresca, in Juve-Cagliari, che, dopo aver fermato il gioco, ha visto al monitor il fallo di Alex Sandro su Cop e ha concesso il rigore. A Crotone il Var ha portato giustamente al rosso di Ceccherini. Ok anche a Marassi sulla doppietta di Quagliarella, sempre in posizione regolare. Qualche dubbio invece a San Siro in occasione della caduta in area di Simeone, perché Tagliavento, dopo quasi due minuti di gioco fermo, non è corso a bordo campo per rivedere l'azione. In questo caso la decisione finale l'hanno presa Guida e Di Paolo, posti davanti ai monitor, e non l'arbitro in campo. I grandi capi ci avevano detto il contrario.

Ci saranno progressi tangibili, certamente. Nel frattempo diamo atto agli arbitri e ai loro collaboratori di aver preso confidenza con il nuovo mezzo nonostante una vita passata senza moviola. Un salto in avanti culturale, non solo tecnico.

L'incidenza del Var è già stata pesante: pensate al rigore assegnato al Cagliari o all'espulsione di Ceccherini che fino all'altro ieri non si sarebbero verificate.

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