Cronaca locale

Preso un finto poliziotto che truffava gli anziani con giornali inesistenti

Entrava in casa offrendo falsi abbonamenti a riviste delle forze dell'ordine: 40 le vittime

Preso un finto poliziotto che truffava gli anziani con giornali inesistenti

Ci sono regole naturali che determinano il destino e contro le quali si può fare poco o nulla. Ad esempio «lupo mangia agnello». Sempre. Perché quando si è timorosi è facile sviluppare molte altre debolezze. E diventare, in particolari situazioni, prede di un'angoscia che fagocita il più importante alleato in caso di pericolo: il dubbio. Così non si pensa più in maniera lucida, razionale. L'età che avanza certo non aiuta. Gli anziani che vivono soli, ad esempio, non hanno ancora compreso, almeno non tutti, che uno sconosciuto presentatosi alla loro porta per chiedere denaro contante, è sempre un truffatore. Non a caso sceglievano le loro vittime tra gli anziani psicologicamente più vulnerabili i malviventi scoperti dal Servizio informativo operativo della polizia locale di Milano, - dopo nove mesi di indagini coordinate dalla Procura di Monza. Malfattori professionisti abili, affabili e cortesi, prima raggiravano i nonnini con la sottoscrizione a fantomatiche riviste specializzate redatte dalle forze dell'ordine, quindi spacciandosi per funzionari del tribunale per riscuotere il «grosso» del denaro. Sempre contando su timidezza e panico, specie se senili.

Una truffa arrivata in poco tempo a coinvolgere 41 persone con l'estorsione di 284mila euro. I cui ideatori sono un uomo di 40 anni, arrestato e la sua compagna 43enne, madre di una minorenne e denunciata a piede libero. Dovranno rispondere di estorsione aggravata a persone anziane, truffa, intestazione fittizia di beni e riciclaggio di denaro.

La polizia locale ha spiegato che la tecnica dei truffatori per estorcere denaro era piuttosto articolata. Tuttavia un elemento ha accomunato tutte le persone raggirate, appunto la sottoscrizione di un abbonamento a riviste specializzate, apparentemente redatte dalle forze dell'ordine. In seguito le persone venivano contattate dai presunti truffatori che, individuati i soggetti più deboli psicologicamente, si spacciavano per funzionari del tribunale che, a fronte del mancato pagamento dell'abbonamento alle riviste, reclamavano ingenti somme. Le vittime, sottoposte a una forte pressione psicologica e a continue telefonate, spesso venivano spinte da questi finti funzionari a pagare certe cifre con la minaccia di possibili pignoramenti, di interessi esorbitanti o con la messa all'asta di beni e proprietà.

Sono diversi gli anziani che hanno versato agli indagati somme di denaro fino ai 30-40mila euro. Basti pensare che gli investigatori si sono messi sulle tracce dei malviventi dopo aver ricevuto la denuncia di un'anziana milanese accompagnata dal figlio al quale aveva confessato di aver versato a persone, apparentemente «perbene», ben 38.520 euro.

Davvero decisive per l'inchiesta quindi le denunce sporte dalle vittime perché hanno permesso alla polizia locale d'individuare il disegno criminale dei truffatori, ricostruito anche grazie ad accertamenti telefonici e patrimoniali.

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