Controcultura

Farsi licenziare per un piccolo manifesto liberale

L'ingegnere James Damore è stato licenziato da Google per il suo "manifesto" di dieci pagine sulla chat aziendale

Farsi licenziare per un piccolo manifesto liberale

Oggi vi consiglio di leggere un testo molto controverso. Mezzo mondo si è fatto un'idea di James Damore, l'ingegnere di Google licenziato dopo la pubblicazione di un documento di dieci pagine sulla chat interna, come di un pericoloso propugnatore di tesi sessiste. Il 99 per cento ha letto i titoli dei giornali italiani: il documento sessista che porta al licenziamento del dipendente Google. I giornali italiani, a loro volta, non hanno fatto altro che seguire la stampa americana mainstream. Che su sesso e donne non scherza. Io vi consiglio di perdere poche ore e leggervelo direttamente su internet dove è ancora presente. Questo l'indirizzo: https://diversitymemo-static.s3-us-west-2.amazonaws.com/Googles-Ideological-Echo-Chamber.pdf.

Il punto di partenza, geniale a mio avviso, è che Damore si interroga sulle politiche inclusive, fissazione, sulla carta di Google come di molte altre felpette. Alla fine, pensate un po' voi, le idee diverse di Damore saranno a lui rinfacciate, fino al licenziamento, dal vicepresidente per la Diversità. Che fino a prova contraria avrebbe invece dovuto proprio difendere la posizione solitaria di Damore. Ma continuiamo con l'intuizione del giovane ingegnere. Le politiche inclusive si devono occupare nella bibbia dei comportamenti della Silicon valley, delle minoranze: etniche, linguistiche, religiose, sessuali. Ebbene, scrive il Nostro, perché allora non tuteliamo le idee conservatrici, repubblicane, che sono notoriamente straminoritarie da quelle parti in California? Oggi un repubblicano, chiosiamo noi, è più raro di un panda, e certamente di un gay, di un vegano o di un indù in quel genere di aziende.

Poi James si avventura, povero lui, a sostenere le differenze biologiche tra uomo e donna e ciò che comporterebbero in termini di ruoli aziendali. Avventato certo, non nel sostenere che ci siano differenze biologiche che sono sotto gli occhi di tutti, ma che possano comportare abilità diverse. Laicamente non è da escludere, scientificamente non è provabile, ma in ogni caso si potrà pur dire. Lo stesso Damore sostiene che le sue differenziazioni di attitudini non si possono applicare a tutti. Insomma è imprudente, conoscendo dove vive, ma attento.

Conclude Damore con un suggerimento: «My larger point is that we have an intolerance for ideas and evidence that don't fit a certain ideology. I'm also not saying that we should restrict people to certain gender roles; I'm advocating for quite the opposite: treat people as individuals, not as just another member of their group (tribalism)».

Questa conclusione è un piccolo manifesto liberale.

Licenziato.

Commenti