Cronaca locale

«Se il Pd vuole rimuovere piazze e palazzi di Milano»

La sinistra sogna di cancellare tutti i simboli fascisti Beccalossi, Grimoldi e Boari: «Addio Centrale e Borsa?»

(...) «Non è in alcun modo oggetto della legge che voteremo oggi (ieri, ndr) non sarebbe reato con questa legge».

Sull'idea dell'abrasione si scatenano reazioni anche a Milano, città che di tracce del ventennio ne presenta molte. Aperta contrarietà si segnala nella destra che direttamente o indirettamente si richiama alla storia del Movimento sociale. «Scendo dal treno - scrive l'assessore regionale Viviana Beccalossi (Fdi) - Mi incammino verso il Palazzo della Regione e voltandomi alle spalle guardo, come sempre mi accade, ammirata, la Stazione Centrale. E penso: speriamo che il senatore Fiano non proponga di abbatterla». Il deputato milanese del Pd precisa: «Sono contrario all'abbattimento dei monumenti o edifici dell'epoca del ventennio o a misure iconoclaste di qualsiasi foggia». Ma anche chi non ha una storia di destra lo contesta. Il leghista Paolo Grimoldi premette «che il ventennio fascista è stata una dittatura» e che nessuno vuole rivalutarla, poi attacca la «crociata avviata dall'onorevole Fiano e ovviamente dalla Boldrini contro alcuni simboli di quel periodo». Il segretario lombardo del Carroccio cita le «tracce quotidiane» che sono sotto gli occhi di tutti, «grandi costruzioni architettoniche a Milano», pensa «alla Stazione Centrale, a palazzo della Borsa e tanto altro, o a Roma, come l'Eur». E un altro leghista, l'ex vicepresidente di Zona 3 Gianluca Boari, peraltro in piazza l'anno scorso per il 25 aprile, critica il progetto di legge, definendolo «un'arma di distrazione di massa» e ricordando che porterebbe anche «alla chiusura di uno storico ristorante di Milano». «Abbiamo le moschee abusive - dice a Fiano - ma lui si preoccupa delle bottiglie di vino e i portachiavi con immagine duce». L'antifascismo «abrasivo», in effetti, è solo una scorciatoia. Lo sa bene chi va oltre il folklore di qualche nostalgico ma combatte i nuovi fascismi, quelli che con altri nomi e altre forme si riaffacciano alla ribalta della storia.

Fiano è stato esponente della Comunità ebraica ed è sensibile a certi pericoli. Ma proprio alla Giornata della cultura ebraica, mentre il sindaco Beppe Sala si è concentrato sul risveglio sugli «atti di apologia del fascismo e del nazismo», il ministro dell'Interno Marco Minniti (che Fiano ben conosce) è partito dal «male assoluto» del Novecento per arrivare a queste nuove minacce, «il terrorismo internazionale e il radicalismo jihadista». Minacce che a sinistra vengono sottovalutate.

Alberto Giannoni

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