Cronaca locale

Mense, la «schiscetta» fa flop: solo in 12 col pranzo da casa

Sono 65mila i pasti serviti nelle scuole. In 5 istituti l'esperimento pilota con tavoli separati nei refettori

Marta Bravi

Sono dodici i casi di ragazzini che da settembre pranzano in mensa, quindi accanto ai loro compagni, con la schiscetta. Chiuse le polemiche dello scorso anno, la nuova stagione scolastica è iniziata in cinque scuole primarie della città con questa soluzione di compromesso. All'elementare Micca, nei due istituti del plesso Pertini, alla Giusti e alla Diaz i bambini possono portare il pranzo da casa, sotto la responsabilità dei dirigenti scolastici che devono autorizzare e garantire la presenza di un insegnante a fianco dei bimbi. Per la precisione l'accordo «che è stato possibile - sottolineano da Milano Ristorazione - proprio per il numero esiguo di casi, 12 su 65mila pasti serviti quotidianamente» prevede che i bimbi pranzino in mensa ma a un tavolo separato e sotto la vigilanza di un'insegnate, appunto, per evitare pericolose contaminazioni di cibo. La preoccupazione è tutelare bambini che possono avere allergie. «Nei casi di allergie gravi o gravissime - spiega l'assessore all'Educazione e vicesindaco Anna Scavuzzo - questa procedura non può essere realizzata. Noi dobbiamo tutelare tutti». Il fatto che si parli di soli 12 casi, dopo tutto il battage dello scooros inverno, viene letto dall'azienda di via Quaranta come un flop: «È evidente che la nostra mensa è economica e piace ai bimbi. A Torino si parla di 9mila casi e il motivo sono i costi: un pasto costa al Comune di Milano mediamente 4,23 euro, a Torino 7 euro su una media nazionale di 5,50 euro».

Tra le novità introdotte sulle tavole dei 65mila bambini milanesi, la frutta a metà mattina in tutte le scuole primarie, prodotti biologici, menù stagionali più flessibili e new entry in menù come gli spaghetti e i filetti di platessa.

Le primarie che vogliono aderire la progetto «frutta a metà mattina», che nel 2016 ha coinvolto 76 istituti e 21500 di bimbi, hanno tempo fino al 20 ottobre. «Abbiamo registrato un aumento del quasi 15 per cento del consumo di frutta e un aumento del 17 per cento dell'indice di gradimento del pasto, passato dal 63 al 74 per cento», commenta Fabrizio de Fabritiis, amministratore unico di Milano Ristorazione. Da novembre, invece, in tutte le scuole dell'infanzia una giornata al mese sarà dedicata alla conoscenza di un frutto speciale, attraverso non solo la somministrazione, ma anche attraverso il racconto della provenienza e delle caratteristiche nutrizionali. Da settembre sui piatti dei bimbi arriva solo frutta biologica (uva, pere, mele, clementine, arance), da gennaio lo yogurt biologico del Parco Agricolo Sud e da fine ottobre una settimana al mese verrà servito pane bio.

Tra e azioni antispreco, l'azienda ha studiato un nuovo sistema di raccolta del cibo avanzato (pane e frutta) a cura degli stessi bimbi, che verrà ritirato dagli operatori del Banco Alimentare e il sacchetto «salva merenda» per permettere agli alunni di portare a casa ciò che non hanno mangiato a scuola.

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