Cultura e Spettacoli

È il momento per la cultura della destra

Ho fatto un sogno e ne ho scritto su Tempi, il settimanale che dirigo: un centrodestra di sana e robusta costituzione dannunziana che torna a governare l'Italia e lo fa proprio grazie al traino ideale, se non spirituale perfino, d'una costellazione di realtà culturali federate in un progetto comune. Quotidiani, riviste, fondazioni, libere monadi in un fronte conservatore e libertario quanto basta, patriottico mai abbastanza. Vasto programma, certo, per un mondo che ha vissuto spaventosi e immeritati complessi nei confronti dell'egemonia gramsciana di sinistra. Nel mio sogno, pochi ma pesanti e volenterosi soggetti culturali d'area si predispongono ad affiancare coralmente un ceto politico altrimenti indifferente o impigrito, conquistando spazi d'espressione qualificati, promuovendo idee e forme editoriali, artistiche, televisive e cinematografiche. Il progetto è rubricabile sotto la voce: errori da non ripetere assolutamente, perché dopo anni di desertificazione culturale si sta prefigurando un irripetibile allineamento di pianeti favorevoli; ma se potessi dare un titolo al sogno, direi: «Incontriamoci e mettiamoci all'opera, per la più grande Italia».

Magari al Vittoriale.

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