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Morto Jake LaMotta, l'indimenticato "Toro scatenato" della boxe

L'ex pugile aveva 96 anni. Origini italiane, personaggio controverso, sia fuori che dentro il ring, la sua vita ispirò il film di Scorsese "Toro scatenato", interpretato da Robert De Niro

Morto Jake LaMotta, l'indimenticato "Toro scatenato" della boxe

Più che un ex pugile era una leggenda vivente: Jake LaMotta, che ispirò il film "Toro scatenato", di Martin Scorsese, è morto all'età di 96 anni. L'annuncio è stato dato da una delle sue figlie, Christi LaMotta, sulla propria pagina Facebook. Non si conoscono le cause del decesso, anche se il sito Tmz scrive che LaMotta era ricoverato in una casa di cura per polmonite.

Nato a New York nel 1921, origini italiane (il padre era nato a Messina), LaMotta conquistò la corona di campione del mondo dei pesi medi nel 1949, contro il francese Marcel Cerdan. La rivincita, programmata qualche mese dopo, non fu possibile perché il volo su cui viaggiava Cerdan si schiantò. Per due volte LaMotta difese il titolo, prima contro l'italiano Tibero Mitri, poi contro Laurent Dauthuille.

Il 14 febbraio 1951 l'incontro che passò alla storia, tra il Toro del Bronx e il fortissimo Sugar Ray Robinson, che quattro volte su cinque aveva battuto LaMotta. La sfida verrà ricordata come "il massacro di San Valentino": Robinson vinse per al 13° round per ko tecnico, con LaMotta, letteralmente distrutto, che non si reggeva più in piedi. Ma non cadde e rimase in piedi fino in fondo. Alla fine ricordandolo al proprio avversario: "Non ce l'hai fatta a buttarmi giù".

Complessivamente LaMotta salì sul ring 102 volte, in 14 anni di attività, facendo registrare 83 vittorie (30 per ko), quattro pareggi e 19 sconfitte.

Ormai lontano dalla boxe nel 1960 LaMotta fu chiamato a testimoniare dal Senato americano, in una commissione parlamentare sulla criminalità organizzata: il Congresso voleva capire come la malavita condizionasse (e in che modo) il mondo del pugilato. LaMotta ammise che un incontro, nel 1947, lo aveva perso volutamente dietro pressione della mafia, per poter in seguito sfidare Cerdan per il mondiale.

Carattere molto difficile, LaMotta fece parlare di sé anche fuori dal ring. Ebbe sei mogli e una volta finì in prigione per una denunia di violenza a una ragazza. Pessimo il suo rapporto coi manager.

Una vita da film.

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