Cronache

L'Autorità di bacino avverte la Raggi: "A Roma 250mila a rischio alluvione"

L'allarme in una lettera indirizzata al Campidoglio: "Rischio alluvione per 250mila a causa della scarsa e assente manutenzione del reticolo idrografico costituito dai principali tributari del Tevere e dell’Aniene"

L'Autorità di bacino avverte la Raggi: "A Roma 250mila a rischio alluvione"

Che potesse bastare un nubifragio di poche ore ad inondare le strade della Capitale, lo avevamo già sperimentato alcune settimane fa. Ora, però, arriva la conferma che scene come quelle del 10 settembre scorso potrebbero verificarsi sempre più spesso in futuro a causa della “scarsa e assente" manutenzione delle rive dei principali tributari del Tevere e dell’Aniene. Oltre 250mila romani, infatti, per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, allo stato attuale sarebbero potenzialmente esposti ad un “rischio alluvione”.

Secondo il quadro tracciato dall’ente, insomma, nelle condizioni in cui versa al momento “il reticolo idraulico nel territorio dell'area metropolitana” di Roma, basterebbe un temporale più violento del solito a provocare danni e allagamenti in aree urbane come il “Torrino, Statuario, Tor Sapienza e Prima Porta”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Autorità di bacino, Erasmo D'Angelis che, attraverso una lettera, ha informato il sindaco di Roma, Virginia Raggi, dell'elevato “rischio idraulico” che interessa la città.

"L'analisi del reticolo, costituito dai principali tributari del Tevere e dell'Aniene, con una estensione complessiva di circa 700 chilometri, nelle loro dinamiche idrauliche evidenzia rischi elevati per la presenza di vaste aree densamente abitate da oltre 250mila cittadini, il dato probabilmente più elevato a livello europeo, luoghi di lavoro, aree turistiche", scrive D’Angelis alla sindaca e per conoscenza al capo del Dipartimento della Protezione Civile, al ministro dell'Ambiente, al governatore del Lazio e al prefetto di Roma.

Nella Capitale, in sostanza, da anni non si provvede come si dovrebbe alla manutenzione di argini e corsi d’acqua. Il risultato? “Roma è l'unica capitale europea priva di programmazione e gestione operativa della manutenzione idraulica ordinaria e straordinaria, l'attività più utile ed efficace ai fini della prevenzione di danni a beni pubblici e privati e soprattutto per la salvaguardia di vite umane", scrive D’Angelis nella lettera indirizzata al Campidoglio. “La massima capacità di deflusso dell'acqua”, al contrario, dovrebbe essere “sempre garantita in superficie e nel reticolo fognario nella sua funzione di collettamento delle acque di scarico”, si legge nella comunicazione. "Anche nel caso di eventi meteorologici non estremi”. Come, ad esempio, quello che ha messo in ginocchio la Capitale due settimane fa. “A tal proposito, risulta inspiegabile il mancato impegno del Consorzio di Bonifica Tevere ed Agro Romano la cui importante attività operativa di manutenzione si ferma all'esterno del Raccordo anulare", continua la missiva.

Secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica al documento inviato alla sindaca Raggi è stata allegata anche una mappa delle zone dove è necessario intervenire per evitare che la pioggia prevista nei mesi invernali provochi “allagamenti di seminterrati e locali al pianterreno, sottopassaggi, infrastrutture e aree archeologiche e monumentali”.

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