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Milan col minimo sforzo ma servono due rigori per mettere sotto la Spal

I rossoneri non brillano, ma salgono al 4° posto. Biglia dirige, però l'attacco non punge mai

Milan col minimo sforzo ma servono due rigori per mettere sotto la Spal

Milano - Il massimo profitto (3 punti, 12 complessivi in 5 sfide, mai un fatturato così alto dal 2003, con Ancelotti in panchina, Inter avvistata a un punto) col minimo sforzo. E non solo per i rigori che spianano la strada al Milan di Montella capace di avere ragione della Spal senza affanni e correndo in pratica un solo pericolo (risolto da Bonucci). Certi duelli, un tempo croce dei milanisti, oggi si risolvono comodamente dagli undici metri grazie alla migliore cifra tecnica ma anche alla personalità del nuovo gruppo nel quale spicca il talento balistico di Biglia, il faro di questa squadra che deve ancora trovare la sua migliore identità. È lui che conduce la danza, che detta i tempi. Lui e Bonucci sono l'inizio della famosa spina dorsale. Da rivedere in occasione migliore tutti gli altri sotto esame, da Calhanoglu a Suso che da seconda punta (per mezz'ora nella ripresa) non riesce a realizzare quei numeri che furono la sua fortuna e anche il tormento di molti rivali nella passata stagione. Per ora basta qualche spunto (di Kalinic) in attesa che sbocci Andrè Silva sul conto del quale è ingeneroso avanzare dubbi.

No, Andrè Silva non è Inzaghi. Né mai lo diventerà. E come ripete lui, consapevole delle proprie consolidate attitudini, non è nemmeno il caso di modificare geneticamente il suo calcio. Anche perché un centravanti che ricorda il rapace Pippo c'è già ed è Kalinic, il croato che zitto zitto, occupa con la sua sagoma l'area di rigore e appena c'è un pallone vagante, eccolo arpionarlo in modo pericoloso ricevendo dal portiere Gomis il fallo che procura il rigore a metà frazione che cancella lo 0 a 0 iniziale. Dal dischetto si presenta un altro debuttante del tabellino marcatori, Rodriguez, che ha un mancino mica male e che già in precedenza, dal limite, è capace di sfiorare la traversa. D'altro canto se Andrè Silva deve sempre uscire dall'area e girare al largo mentre Kalinic staziona sotto l'albero dei frutti, è difficile che il portoghese possa assumere le sembianze di Inzaghi. Specie poi se il Milan di ieri sera, con quattro cambi rispetto alla precedente esibizione, viaggia alla velocità di una allegra scampagnata. Si guarda intorno, si ammira anche un po' allo specchio senza affondare il colpo né dare alle sue cadenze la velocità necessaria. Quando più tardi Suso prende il posto del croato, allora Andrè Silva può provare a fare meglio il suo mestiere. Piuttosto restano le perplessità sul turco-tedesco Calhanoglu: questa volta il ruolo è confezionato su misura ma di giocate significative non se ne contano. Tira tutti gli angoli e qualche punizione: un po' poco per meritare il premio.

Invece cresce Bonucci che non solo guida la difesa ma poi salva sulla linea un gol fatto di Mattiello (sull'1 a 0). D'altro canto la Spal, consapevole del proprio destino, arretra subito a difesa del suo fortino senza presunzione, anzi mostrando l'organizzazione che è una delle qualità garantite da Semplici, l'allenatore un tempo sodale di Montella a Firenze. Di rigore cade per la seconda volta la Spal, questa volta per uno sgambetto ingenuo e nemmeno molto vistoso di Felipe su Kessiè che chiede e ottiene di tirare il secondo penalty. Anche lui è un po' pasticcione, forse anche stanco perché è unico nel suo ruolo e non riposa quasi mai.

Perciò non è il caso di infierire nei giudizi.

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