Cultura e Spettacoli

Al cinema "Noi siamo tutto", teenager tra amore e malattia

Un dramma adolescenziale cinematograficamente modesto ma in cui si parla di malattia senza vittimismo e si rivivono le emozioni del primo amore

Al cinema "Noi siamo tutto", teenager tra amore e malattia

Per chi lo scorso anno ha amato "Io prima di te", è arrivato al cinema "Noi siamo tutto", un altro film dal target dichiaratamente adolescenziale, con protagonista il connubio di amore e malattia.
Il genere letterario young adult torna sul grande schermo, stavolta grazie all'adattamento del romanzo d'esordio di Nicola Yoon, tradotto in 38 Paesi e al primo posto nella classifica best-seller del New York Times a oltre un anno di distanza dall'uscita.
Il film, molto fedele al libro, racconta in prima persona la storia di Maddy (Amandla Stenberg), una diciottenne che non è mai uscita di casa perché affetta da una rara patologia, la SCID, ovvero l’immunodeficienza combinata, che la rende potenzialmente allergica a tutto. La ragazza può frequentare soltanto la madre e la sua infermiera. L'arrivo di un nuovo vicino di casa, Olly (Nick Robinson), coetaneo e molto carino, le fa provare sensazioni sconosciute. I due ragazzi iniziano a comunicare via mail e via whatsapp ma ben presto desiderano di più.
"Noi siamo tutto" dal punto di vista cinematografico è un film trascurabile, nonostante cerchi di elevarsi con un montaggio a tratti sperimentale, ma bisogna ammettere che compie la piccola magia di restituire il palpito del primo amore a chi è seduto in sala. Merito di due attori dall'alchimia particolare e di un'intesa che conserva un candore fanciullesco, quasi disneyano. I protagonisti, ritratti alle prese con le prime esperienze sentimentali e sessuali, sono un affascinante miscuglio di innocenza e romanticismo.
Il racconto è sufficientemente credibile ed ha la giusta dose di struggimento e tenerezza.
Nel film l'amore è declinato in molte forme, compreso quello genitoriale, ma non si eccede in melensaggini, né in sfumature drammatiche. L'idea che la malata non conosca autocommiserazione, sia solare, coraggiosa e piena di interessi di certo è positiva ma, forse, lo è ancora di più vederla agire per amore di se stessa prima che per il sentimento che la lega al ragazzo. Perché è vero che Olly fa da catalizzatore di speranza, ma poi sono il desiderio di libertà, la fame di vita e la volontà di avere tante prime volte a far correre dei rischi consapevoli e volontari a Maddy.


"Noi siamo tutto" appare una pellicola senza pretese ma in grado di nutrire i sogni delle ragazzine e di dare sollievo a chi, a qualsiasi età, cerchi una pausa dolce e innocua, un tuffo in colori pastello che allontanino per un po' dal grigiore quotidiano.

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