Cultura e Spettacoli

Tra vizi e capricci, le lezioni di gusto di Gaetano Cappelli

Cappelli passa a setaccio i più recenti mutamenti della società italiana

Tra vizi e capricci, le lezioni di gusto di Gaetano Cappelli

Certo, mettere nel titolo di un libro la parola «cool» è tremendamente uncool. Un po' paracool, insomma. Però, se a firmare il libro è Gaetano Cappelli, scrittore che scorrazza con la sua elegante Jaguar e il suo personalissimo stile tra vita e romanzo, allora le cose prendono un'altra piega. Perfetta. Come quella che sta tornando di moda per i pantaloni da uomo. Perché il pamphlet Quanto sei cool, ovvero «Piccola guida ai capricci del gusto» (Sonzogno), fra mode che cambiano e look che ritornano, è il titolo inappuntabile per un manuale estetico che vuole infilzare, come un'oliva che guarnisce il Martini, le intermittenze del costume nazional-popolarchic.

Cosa non è più di moda, e cosa lo è di nuovo? Perché ciò che oggi è trend ieri era trash (e l'opposto)? Com'è possibile che oggetti stupidi, capi di abbigliamento raccapriccianti, accessori improbabili, abitudini imbarazzanti diventino - dopo dieci anni, a volte più altre meno - desiderabili, «in», un must, in una parola cool?

Solo il gusto è più mobile della donna. Qual piuma al mento. La barba, ad esempio. Nei Sessanta era hippy, nei Settanta villosa, negli Ottanta out, nei Novanta corta, nei Duemila noiosa, e oggi hipster (stessa cosa per il pelo femmineo). Per dire: lo spirito di un decennio lo si può cogliere da un dettaglio. Filosofia della moda.

Fenomenologo del costume e romanziere dell'irrealtà, Gaetano Cappelli passa a setaccio i più recenti mutamenti della società italiana attraverso alcune griglie comportamentali («Cura del corpo», «App e amore social», «Diete&cucina», «Mode animali» eccetera...), distillando un campionario irresistibile di miti, mode, tic, fenomeni, tendenze... Per scoprire che non si butta mai via niente. Prima o poi ritornano. «Prendiamo gli occhiali con la montatura spessa, o strutturati come si dice adesso. Erano tipici dei più inarrivabili tra gli sfigati, oggi sono il segno distintivo delle star. E cosa c'è ora di più à la page che cucinare e fotografarsi soddisfatti sui social? Eppure fino a poco tempo fa fotografare e fotografarsi era roba da provinciali o, peggio ancora, da vecchi... Ed ecco un altro mito decaduto: la giovinezza! Se prima tutto ciò che era giovane veniva considerato bello, oggi è sempre più facile trovare giovani maschi accompagnarsi a torbide milf».

Milf, gilf e gif. Esempi di come si possa leggere un'epoca attraverso i cambiamenti del gusto: il Martini è tornato prepotentemente di moda, se mai era passato; e il Gin Rosa, il locale in San Babila che stregò Corinne Clery, non è più quello di una volta. Lavorare nella moda va ancora di moda, seguire la moda è assolutamente fuori moda. La vera donna emancipata oggi torna a sfoggiare il foulard, mentre la donna sottomessa al politicamente corretto difende lo hijab. L'arte post-concettuale paga di più dell'arte minimalista. Antonio D'Orrico è più letto di Asor Rosa (evvabè), il fantasticare ha finalmente ripreso il sopravvento sulla nostalgia (anche se gli anni Ottanta restano il decennio più creativo del secondo '900), e il buddismo zen conosce una nuova stagione mentre Comunione e liberazione ha fatto definitivamente il suo tempo. Morale: se il loden liso di Monti è per fortuna riposto nell'armadio insieme alle tarme mentre noi ci riprendiamo i piumini da mille euro a manica, ci sarà un motivo. E non è solo questione di mode. Indagare sulla vanità umana, anche scherzando, può essere molto utile. O meglio.

Cool.

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