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Commissione, il regolamento è ancora in stand-by

Commissione, il regolamento è ancora in stand-by

Roma - La bozza del regolamento della commissione d'inchiesta sui crac bancari è composta da 22 articoli, ancora aperti alle modifiche dei gruppi parlamentari. Due le particolarità significative. In primo luogo, nonostante lo schema sia molto preciso nel definire tutti gli ambiti dell'attività istruttoria, conferendo alla bicamerale «gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria», non precisa tuttavia l'arco temporale delle indagini. Una circostanza che ha messo in evidenza anche il capogruppo Pd in commissione, Matteo Orfini, sottolineando che «è inimmaginabile comprendere ciò che è successo a Mps senza partire dall'acquisizione di Antonveneta», un evento che risale a dieci anni orsono. La questione sarà molto probabilmente risolta domani quando si inizierà l'esame degli emendamenti alla bozza del regolamento. Il rinvio della discussione è stato chiesto dal presidente di Fdi, Giorgia Meloni, nonché da Fi e da M5s.

In secondo luogo, la commissione presieduta da Pier Ferdinando Casini potrà decidere, su richiesta del presidente o di sei componenti, di riunirsi in seduta segreta e altresì di non pubblicare resoconti stenografici. La commissione, inoltre, potrà deliberare caso per caso «se procedere mediante libere audizioni o mediante interrogatori o testimonianze formali ovvero mediante confronti fra due o più persone». Le persone sottoposte a indagini o imputate «hanno facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia».

«Troppo potere discrezionale al presidente Casini e all'ufficio di presidenza ristretto, troppi ostacoli che appesantiscono il lavoro della commissione», hanno protestato i componenti grillini dell'organismo denunciando come «in molti passaggi questo regolamento sembra fatto apposta per inceppare ulteriormente il lavoro».

In particolare, i pentastellati chiedono di allargare i lavori dell'ufficio di presidenza ai rappresentanti dei gruppi e di «abbassare il quorum per la convocazione e quello deliberativo» per non far naufragare la commissione.

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