Politica

Scalata a Mediaset, perquisiti a Parigi gli uffici di Vivendi

Operazione di Gdf e gendarmeria dopo la rogatoria dei pm milanesi

Maddalena Camera

Il contenzioso in corso tra Mediaset e Vivendi per il mancato acquisto da parte dei francesi della pay tv del Biscione, Premium si arricchisce di un nuovo capitolo. Ieri la guardia di Finanza di Milano e la Gendarmeria di Parigi, hanno effettuato perquisizioni negli uffici parigini di Vivendi nell'ambito dell'inchiesta sulla tentata scalata del gruppo francese a Mediaset. A far scattare la curiosità del pubblico ministero Fabio De Pasquale è l'esposto presentato da Fininvest perchè il gruppo francese avrebbe creato «ad hoc» le condizioni per far scendere il titolo del Biscione, per poi lanciare la scalata a prezzi di sconto. Si tratterebbe dunque del reato di aggiotaggio. I numeri sono chiari. Nell'aprile 2016 Vivendi, società controllata dal finanziere bretone Vincent Bollorè, firma un accordo vincolante per l'acquisto della pay tv Premium da Mediaset. Erano almeno due anni che girava la voce di un interessamento di Canal Plus, ossia la pay tv transalpina controllata da Vivendi, per Premium al fine di costituire un polo europeo della televisione a pagamento. Vivendi però, dopo circa due mesi, ci ripensa e non vuole più Premium. Il risultato è stata una brusca discesa del titolo Mediaset che da 4 euro per azione (dopo l'accordo su Premium) dimezza quasi a 2,2 euro. All'inizio di dicembre Vivendi comincia a comperare titoli Mediaset raggiungendo sotto Natale 2016 la quota attuale, ossia il 29,9% mentre il titolo sale a 4,8 euro. La famiglia Berlusconi però non cede. Anzi rafforza la presa di Fininvest comperando azioni Mediaset e fa partire una battaglia legale chiedendo 3 miliardi di risarcimento.

Ma anche la politica e i regolatori, Agcom e Consob, prendono posizione e impongono a Vivendi di rispettare le leggi che impediscono di avere partecipazioni consistenti nelle società di media e tlc, dato che Vivendi ha anche il 23,9% di Telecom. Agcom ha già emesso il suo verdetto obbligando Vivendi, che però non l'ha ancora fatto, a mettere in un trust il 20% della quota Mediaset. Mentre Consob ha deciso che Vivendi ha il controllo su Telecom e non solo «direzione e coordinamento» come sostiene la società. Ieri a Parigi le perquisizioni, dopo la rogatoria presentata nei mesi scorsi dai magistrati italiani, sono avvenute, oltre che da Vivendi anche presso la sede della banca d'affari Natixis, che aveva aiutato Bollorè a passare dal 3% al 20,77% dei diritti di voto di Mediaset. Tra i testimoni sentiti nell'inchiesta, oltre all'ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi anche Marco Giordani, presidente di Premium e per due volte il finanziere tunisino Tarak Ben Ammar, «amico» di entrambe le parti.

Vivendi ha specificato di aver acquisito la partecipazione di Mediaset in maniera legale e trasparente. Ma forse non basterà a convincere il pm.

Intanto ieri il presidente di Telecom e ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine ha di voler trovare un'intesa con il governo e apre sullo scorporo della rete Telecom.

Commenti