Economia

Basta aiuti alle banche (burocrati permettendo)

Basta aiuti alle banche (burocrati permettendo)

Anche se Moody's ha proprio ieri riabilitato il nostro sistema bancario ben proiettato sulla strada della ripresa, ecco arrivare un altro SOS per gli sportelli. A lanciare il nuovo l'allarme è stato Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana, l'Abi, che, dopo aver parlato sull'argomento venerdì a Roma, l'ha ribadito ieri al Giornale. L'ho, infatti, chiamato al telefono e, all'altro capo del filo, mi è sembrato particolarmente preoccupato. Ha detto al Giornale: «Queste nuove disposizioni della Vigilanza della Banca centrale europea sui crediti deteriorati finiscono per forzare le regole emanate nella primavera scorsa contraddicendo, così, i nuovi principi contabili internazionali e anche lo stesso codice civile».

Insomma, contrordine compagni: il giro di vite appena proposto da Francoforte - che obbliga gli istituti di credito ad accantonamenti più elevati con l'obiettivo di mettere maggiormente in sicurezza il sistema bancario avrebbe un grave effetto-boomerang almeno in Italia (dove si registrano sofferenze per 202 miliardi, un quinto dell'intera area-euro). I nuovi parametri obbligherebbero, infatti, gli istituti a concedere meno prestiti alle imprese e quindi, secondo molti operatori, addio ripresa. La tesi dell'Abi, ma anche della stessa Banca d'Italia è sulla stessa linea: adesso, in questa situazione congiunturale, dopo avere già digerito tanti crac - da Monte dei Paschi a Banca Etruria e alle ex Popolari venete -, il sistema sarebbe comunque in grado di andare avanti con le proprie gambe senza ulteriori misure prudenziali. In altre parole, ci sarebbero tutte le condizioni per concentrarsi maggiormente sul mercato.

È vero, dopo le tante amare sorprese degli ultimi anni, sarebbe opportuno andare sempre con i piedi di piombo, ma non possiamo neppure fasciarci il capo dimenticandoci delle altre priorità del Paese e del treno della ripresa che passa una sola volta. Del resto, sullo stesso fronte di Bankitalia e Abi c'è anche il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, che ha lanciato, in proposito, un chiaro avvertimento: «La necessaria riduzione delle sofferenze dovrebbe avvenire in modo equilibrato per non acuire le difficoltà delle banche e per non risultare dannosa alla crescita delle imprese». Tajani, che anche quando era giornalista alla corte di Montanelli masticava di economia, sembra avere le idee molto chiare. A suo parere, le ultime proposte di Francoforte non tengono nel giusto conto la necessaria flessibilità e le misure già attuate. Per dare la botta finale, il presidente ha concluso che Il Parlamento europeo non può accettare il fatto che ci siano alcuni burocrati pronti a sostituirsi a scelte che competono a Strasburgo. Insomma, più chiaro di così...

A questo punto, attendiamo davvero il dietro-front della Vigilanza della Bce sperando che, una volta tanto, certi burocrati sappiano capire.

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