Cronache

Il dolore di Peppina: "Bestia chi mi fa questo Ma ora prego per loro"

Peppina Fattori sfrattata dal terremoto e dalla casetta. "Ogni giorno la guardo e le mando un bacio: morirò nel container"

Il dolore di Peppina: "Bestia chi mi fa questo Ma ora prego per loro"

Giuseppa Fattori non è contenta. Il giudice ha deciso: deve lasciare la sua casetta di legno (abusiva) dove avrebbe voluto morire dopo che la sua casa è stata distrutta dal terremoto. Ieri è stata intervistata dal Resto del Carlino e ha lanciato la sua accusa: "Chi mi caccia è una bestia".

Dopo varie peripezie giudiziarie, la sua casetta a San Martino di Fiastra le è stata definitivamente tolta. Secondo i giudici del Riesame, Claudio Bonifazi, Danilo Russo e Maika Marini quella costruzione potrebbe "aggravare le conseguenze dannose prodotte dall' opera abusiva sull' ecosistema protetto". L'avevano fatta costruire i suoi figli per permetterle di vivere, a 95 anni, a pochi passi da quella che era stata la sua abitazione prima che il terremoto la facesse crollare. Solo che i permessi, richiesti, non erano ancora arrivati. E così la signora è stata costretta ad andarsene. E dove dovrà andare? In un container poco distante dalla casetta abusiva. Una beffa.

"Voglio restare perché questo è il mio posto da 75 anni - ha detto al Carlino -. Non ho paura dell' inverno e del freddo. Lassù mi hanno voluto mandar via. Quelli che decidono sono stati tanto cattivi nei miei confronti, e nei confronti dei miei figli. Però sono una persona molto religiosa, prego sempre. Prego per chi mi ha fatto del bene, e mi fa del bene pure adesso, e tanto, e prego pure per quelli che mi hanno fatto del male perché non li considero persone oneste. Sono bestie quelli che mi hanno fatto del male".

Avrebbe voluto morire lì. Ogni giorni guarda quella casetta di legno e le "mando un bacio ogni giorno, era bellissima". E aggiunge al Carlino: "Per me quella casetta di legno era la soluzione - prosegue -. Potevo star bene gli ultimi giorni della vita mia, lì dentro non era né caldo né freddo. Ho passato due mesi qui, a sudare e adesso sta arrivando il freddo. Ma il Signore perdonerà tutti. Se se lo meritano. Ci siamo appellati alle istituzioni, mia figlia ha scritto una bella lettera al Papa. Non ci ha risposto nessuno. Sono stata un po' dimenticata dalle istituzioni".

Quello che non capiscono i parenti è come sia possibile che una casetta, fatta costruire nel giardino dell'abitazione di Peppina, possa danneggiare l'ambiente. "Prima che iniziasse quest' incubo - racconta al Carlino il genero di Giuseppe, Maurizio Borghetti - ho fatto un sogno. C' era mio suocero Gaspare (per tutti Rino), il marito di Peppina, morto 10 anni fa, che sorrideva vedendo che la casetta per sua moglie era pronta. Vicino a lui c' erano due ulivi. Avevo promesso questa targa a mia suocera, si è messa a piangere quando l' ha ricevuta.

Comunque andrà, questa sarà per sempre la casetta di Peppina e Rino".

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