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Ma questo ct può guidarci a un Mondiale?

Ma questo ct può guidarci a un Mondiale?

Rimandati a novembre. Rimandati allo spareggio per un posto al mondiale di Russia 2018 con la consolazione dello status di testa di serie. Dopo la batosta di Madrid non è il disonore peggiore subito dal calcio azzurro perso nelle pieghe di un girone non certo irresistibile.

Quel che pesa come un macigno sulle spalle di Ventura, del suo staff e del gruppo utilizzato, è il disastroso fatturato delle ultime due sfide da cui si ricava la miseria di quattro punti. Miseria di punti ma soprattutto di gioco, nonostante lo schieramento ultra-offensivo 4-2-4 che sembra richiamare alla memoria il primo Brasile di Pelè che innamorare il mondo fece ma che produce solo qualche avventuroso attacco di Insigne e Immobile. Il sigillo di Candreva è stata l'unica luce di una serata semi buia, neanche il Ct è riuscito a fare festa per l'evento che non gli consente di recuperare il credito smarrito. È infatti ancora più preoccupante quel che è accaduto nei giorni scorsi, a Torino, tra la sfida con la Macedonia e il viaggio in Albania.

L'assemblea segreta, promossa dai senatori del club Italia, con l'esclusione del Ct e dei suoi collaboratori, ha avuto il significato formale e sostanziale di un vero e proprio disconoscimento del ruolo e del primato di Ventura rispetto allo spogliatoio. «Non hanno discusso di questioni tattiche», ha garantito l'interessato. Possono aver discusso anche dell'uranio impoverito ma è accaduto per la prima volta in Nazionale ed è ciò che conta, come hanno segnalato, con stroncature pubbliche, esponenti di una Nazionale, Zoff e Tardelli, che fece del blocco granitico tra Ct (Bearzot) e azzurri, il grande ed elementare segreto del successo spagnolo targato 1982. Perciò da qui fino a novembre, quando conosceremo l'esito del ballottaggio mondiale, sarà bene, a fari spenti, esaminare con attenzione la posizione del ct. Il sistema di gioco non è sinonimo di successo ma il governo del gruppo è fondamentale per organizzare una missione lunga, complicata, come il mondiale che ora è tutto da guadagnare. Con quali sicurezze? Nessuna.

Perciò è il caso, prima di perdere tutto, di rimettere al centro della questione la panchina azzurra.

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