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Marchionne, una donna per ordinare casa Ferrari

Maria Mendoza, 42 anni, spagnola, laurea in fisica. Viene da Fiat prima ed FCA poi

Marchionne, una donna per ordinare casa Ferrari

Quando in casa gli ometti, grandi e piccini, combinano disastri, solo mamma riesce a sistemare le cose e a far rigare dritto quei pasticcioni. Sergio Marchionne, presidente della Rossa e padrone di casa Ferrari, ha deciso che serviva il tocco competente e deciso e talvolta spietato di una donna per riordinare la Rossa nel caos. Si chiama Maria Mendoza, 42 anni, spagnola, laurea in fisica. Viene da Fiat prima ed FCA poi, dove dal 2012 era alla guida di un team di venticinque persone incaricato di verificare la qualità del materiale ricevuto dai fornitori e impiegato sui motori delle case del gruppo. A Maranello non si limiterà ai componenti prodotti da aziende terze, ma seguirà anche quelli realizzati all’interno della Ferrari stessa.

Alla carezza di Marchionne arrivata lunedì da New York dopo il ko di Suzuka, è dunque seguita una decisione in rosa. Messi da parte i toni duri con cui di solito, dopo i tonfi del team, aveva spronato la squadra, il n°1 Ferrari aveva infatti sottolineato senza giri di parole la necessità di intervenire sulla qualità perché «dà veramente fastidio quando è un componente che costa 59 euro a far saltare la gara con macchine che costano milioni», precisando «il problema è nato e bisogna gestirlo, dobbiamo rinnovare l’impegno nella qualità della componentistica in F1... l’impatto sulla performance della scuderia è devastante e l’aggiusteremo».

Aggiustato. O, almeno, questo è il tentativo. La Mendoza, che riferirà direttamente al direttore tecnico Mattia Binotto, non è l’unica tecnico a lavorare nel reparto corse del Cavallino. Le donne del presidente sono diverse. La più alta in grado, italianissima, con un inquadramento dello stesso livello di Binotto, per cui riferisce solo al team principal Arrivabene e al presidente stesso, è l’italianissima Lucia Pennesi, direttore commerciale e marketing Gestione sportiva e F1. Marchigiana, laurea in legge e un master, anche lei è arrivata direttamente da FCA: nel 2005 aveva curato il lancio della 500. Ma italiane sono altri tecnici del reparto corse come la specialista dei materiali, Elena Darecchio, come Federica Cimarosti, ingegnere aerodinamico o Alessandra Cenicola, coordinatrice del programma telaio. In F1, mentre resta ancora inarrivato il mezzo punto raccolto in gara da Lella Lombardi nel 1975, delle donne hanno avuto e ricoprono ruoli importanti. Fino a pochi mesi fa c’era Monisha Kaltenborn boss della Sauber.

Ora con veri poteri c’è solo Claire Williams, guida dell’omonima scuderia e figlia appassionata del fondatore.

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