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«Vi spiego la Mission E della Porsche»

Il dg della Casa tedesca in Italia: «Il superbollo? Danno anche per lo Stato»

Cesare Gasparri Zezza

L'arrivo sul mercato della nuova Cayenne è l'occasione per scambiare due battute con il direttore generale di Porsche Italia, Pietro Innocenti. «È un'auto con tanta tecnologia - spiega il manager - derivata dalla nostra 911 top di gamma. Si pensi all'aerodinamica, al controllo attivo delle sospensioni e all'asse posteriore sterzante. Una vettura che sa coniugare l'uso quotidiano con la sportività di Porsche. La nostra filosofia ci porta a guardare il futuro progettando auto capaci di regalare emozioni, senza tralasciare l'innovazione e il rispetto dell'ambiente».

Una Porsche su tre ordinata o venduta in Italia oggi è ibrida.

«Panamera, 918 Spyder e Panamera Sport Turismo sono equipaggiate con l'hibrid plug-in di 3ª generazione, una tecnologia presto disponibile anche su Porsche Cayenne».

Guardiamo avanti.

«Nel futuro c'è Mission E, un progetto che ha portato Porsche a investire un miliardo in ricerca, infrastrutture e all'assunzione di 1.500 figure professionali. Mission E, non è un concept, ma un prodotto che sarà sul mercato alla fine del 2019. Una vettura completamente elettrica, prestazionale e con un'autonomia di 500 km».

E sul fronte delle infrastrutture?

«Facciamo parte di un consorzio di costruttori che sta istallando 400 stazioni di ricarica elettrica in Europa, 50 in Italia. I tempi di ricarica saranno quelli di una pausa caffè. Speriamo che al nostro impegno segua quello di più governi: insieme cambieremo il concetto di mobilità».

E la guida autonoma?

«Sarà disponibile, anche se riteniamo che i nostri clienti la inseriranno esclusivamente in situazioni in cui il traffico congestionato rende spiacevole la guida della vettura».

Il superbollo vi danneggia?

«Principalmente le casse dello Stato. È acclarato che il gettito che si pensava generasse non si è mai realizzato. Per contro, è stato penalizzata l'Iva che poteva derivare da vendite aggiuntive. La tassa colpisce anche i valori residui. Un'auto che ha già subito un deprezzamento e deve continuare a pagare il superbollo rischia una precoce rottamazione».

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