Cronaca locale

Corsi, call center e carità Tutti i possibili «furbetti»

Le ipotesi di irregolarità fra agricoltura e servizi Non indenne neanche il mondo della beneficenza

L'ultimo caso è quello di un'azienda casearia lombarda, che aveva ricevuto quasi 450mila euro dal Fondo europeo per lo sviluppo rurale. La somma è stata ad oggi congelata in attesa della sentenza definitiva. La sentenza di primo grado ha condannato gli amministratori della società, sanzionata amministrativamente con 70 mila euro, mentre la Regione che si è costituita parte civile ha ottenuto 100mila euro. L'accusa è di aver utilizzato una parte del contributo per lavori già realizzati o in corso d'opera.

Ma sono molte le possibili tipologie di frodi ai danni dell'Ue. Sette mesi fa una dozzina di persone è stata denunciata con l'accusa di aver speculato su falsi corsi di formazione. In quel caso si è parlato di un milione di euro provenienti dal Fondo sociale europeo, e di documenti falsi per documentare spese mai sostenute. Altra ipotesi è quella delle presunte irregolarità da parte di allevatori che avrebbero visto aggiudicati dei fondi europei, erogati in mancanza dei requisiti richiesti dal bando. In questo caso la frode consisterebbe nell'alterazione dei risultati e delle date delle analisi condotte sulla qualità del latte.

Ulteriore figura quella del call center fantasma finanziato con 45 mila euro di fondi europei erogati da Regione Lombardia. Il centralino per le informazioni turistiche, finanziato con 37 mila euro, sarebbe dovuto entrare in funzione in concomitanza con Expo. Ma a luglio si è scritto che non è mai entrato in funzione. Nel 2016 si è parlato di una indagine chiamata «operazione transumanza» per 275 mila euro di fondi europei. In questo casi si parla di sviluppo rurale. Alcuni imprenditori agricoli sono stati denunciati dalle Fiamme gialle per aver indebitamente percepito finanziamenti a danno dello Stato e altri sono stati accusati di truffa aggravata per aver ottenuto fondi europei senza diritto. L'ipotesi accusatoria era che gli indagati non possedessero i requisiti richiesti per i fondi per cui avevano fatto domanda.

Caso recente: si è parlato di una truffa ai danni dell'Unione europea da 4 milioni di euro. Le persone coinvolte sono state accusate di aver rivenduto in mercati all'ingrosso in Italia (ma anche all'estero) tonnellate di frutta e verdura destinate al contrario alla Caritas o alla Croce Rossa. L'Unione europea versava contributi attraverso i fondi comunitari agli imprenditori agricoli perché donassero parte del loro raccolto alle associazioni. Gli imprenditori, ignari della truffa, si affidavano a chi è stato accusato di falsificare le fatture inviando solo un minimo quantitativo alle associazione.

Un sequestro di abitazioni e terreni, conti correnti e automezzi ha fatto seguito a un'indagine per una truffa ai danni dell'Unione europea. In questo ultimo caso tipo si è parlato di imprenditori agricoli che non svolgevano alcuna attività agricola sui terreni che avevano invece dichiarato essere oggetto dei contributi europei.

Alcune aziende agricole sono state accusate di aver ottenuto consistenti finanziamenti per il disboscamento di ampi appezzamenti di terreni montani ma gli effettivi proprietari dei terreni non conoscevano nemmeno i titolari delle società fantasma.

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