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Saint-Exupéry forse non morì in mare ma prigioniero

Saint-Exupéry forse non morì in mare ma prigioniero

Si torna a parlare della misteriosa morte del più famoso degli scrittori-aviatori, Antoine de Saint-Exupéry. Il papà de Il Piccolo principe durante la Seconda guerra mondiale, arruolatosi tra i piloti della Francia libera, nonostante l'età e i limiti fisici svolse svariate operazioni. Il 31 luglio 1944 alle ore 8,25 del mattino decollò dalla base aerea di Borgo in Corsica con un caccia bimotore p-38 lightning modificato per la fotografia aerea in direzione di Lione. Doveva svolgere una missione di ricognizione. Non tornò mai, e per anni non c'è stata alcuna certezza su cosa gli fosse accaduto. Nel 1998 dalle acque vicino a Marsiglia venne estratto il suo braccialetto di identificazione. Invece nel 2003 i rottami del suo aeroplano, ritrovati in mare al largo dell'Île de Riou (Marsiglia), sono stati identificati con certezza. Restavano però tutti i dubbi sulle cause dell'affondamento. Poi nel 2008 un ottantottenne asso dell'aviazione tedesca, Horst Rippert, ha rivelato di essere certo di essere stato lui ad abbattere Saint-Exupéry. Secondo il suo racconto avvistò Saint-Exupéry vicino alla costa a 2mila metri di quota. «Mi sono lanciato su di lui sparando, non alla fusoliera ma alle ali. Colpito... Nessun paracadute, nessuno è ricomparso tra le onde».

Si è molto discusso del racconto di Rippert ma ora un libro uscito in Francia ne mette in discussione il finale. Si intitola Saint-Exupéry, révélations sur sa disparition ed è stato appena pubblicato dalla piccola casa editrice Vtopo di Marsiglia. Come racconta La Provence, gli autori François d'Agay, nipote dello scrittore, Bruno Faurite, amico intimo della famiglia Saint-Exupéry, e due ricercatori marsigliesi, Lino von Gartzen e Luc Vanrell, avrebbero rintracciato la figlia di un marinaio tedesco che sostiene che l'unità navale di suo padre avrebbe recuperato Saint-Exupéry. Secondo la testimone il romanziere francese era vivo al momento in cui fu soccorso. Trasferito a Port-de-Bouc, una città vicino a Marsiglia, sarebbe stato poi sottoposto a un interrogatorio da parte di ufficiali tedeschi nello scalo aeroportuale di Saint-Martin-de-Crau, dove poi sarebbe morto per le complicazioni delle ferite riportate durante l'incidente aereo in mare.

Restano molti dubbi su questa versione (a partire dal famoso bracciale di riconoscimento ritrovato in mare) però ci sono 64 tombe di prigionieri alleati senza nome nel cimitero di Draguignan e forse la risposta potrebbe essere lì, secondo gli autori.

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