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Lufthansa, Easyjet e altri 5 per Alitalia. È allarme esuberi

Al gruppo tedesco e alla low cost non interessa tutta la compagnia. A rischio 6mila posti (più dell'Ilva)

Lufthansa, Easyjet e altri 5 per Alitalia. È allarme esuberi

Sono 7 le offerte per Alitalia, più del previsto. Alla scadenza del termine, le 18 di ieri, i commissari ne hanno preso atto e avvieranno quanto prima la loro valutazione. Nessun nome ufficiale, salvo quelli di Lufthansa e EasyJet, che hanno comunicato per proprio conto. Non si sa nemmeno se ci siano offerte anche per l'intero perimetro aziendale. La lista completa potrebbe arrivare oggi, ma non è sicuro.

Prima dell'apertura delle buste, avvenuta nello studio romano del notaio Atlante, Lufthansa ha diffuso una nota: «Il gruppo Lufthansa si legge - ha presentato oggi una lettera di offerta, esprimendo l'interesse per la creazione di una «Nuova Alitalia». Lufthansa ha scelto di non presentare un'offerta per l'intera compagnia aerea, ma ha dichiarato interesse solo per il network globale e per il business dei voli point-to-point in Europa e in Italia. L'offerta comprende una proposta per una nuova struttura di Alitalia con modello di business focalizzato («Nuova Alitalia»), che potrebbe dare origine a prospettive economiche nel lungo termine. I commissari responsabili conclude la nota - hanno accettato di mantenere la riservatezza in merito ai dettagli dell'offerta» che appare una presa di distanza da qualunque indiscrezione trapeli. In serata è seguita una nota di EasyJet: «EasyJet ha presentato una manifestazione di interesse in alcune attività di Alitalia ristrutturata, in linea con la strategia attuale di EasyJet per l'Italia. Data la natura del processo, il contenuto della manifestazione di interesse è soggetto a riservatezza». È da presumere che si tratti di parti di flotta. Con l'apertura dei plichi giunti ieri, si avvierà un processo di valutazione economico ma con forti rivolti politici. Varie sono le analogie con la vicenda Ilva, anch'essa un pasticcio italiano. Qui, trovato l'acquirente la cordata Acelor Mittal-Marcegaglia si ricomincia a negoziare per contenere l'ondata di tagli al personale. Innanzitutto, appunto, l'analogia sugli esuberi: il compratore dell'Ilva su 14.220 dipendenti ne ha indicati circa 4mila, 3.300 solo negli stabilimenti i Taranto. Se le indiscrezioni del piano Lufthansa sono attendibili, gli esuberi all'Alitalia potrebbero essere ancora più elevati, 6mila, circa la metà della forza lavoro (11.500 dipendenti in tutto di cui 8.400 nell'aviation piloti equipaggi e manutenzioni - e 3.100 nei servizi di terra). Entrambe le vicende poi vengono al pettine in prossimità di elezioni, in un periodo cioè nel quale il governo è particolarmente motivato a farsi carico degli aspetti sociali e a fare la voce grossa con le controparti. Su entrambi gli scenari, poi, si comincia a invocare l'ingresso nel capitale della Cassa depositi e prestiti, la «nuova Iri», che avrebbe funzioni di garanzia e che contribuirebbe a dare una soluzione «di sistema» a vicende in cui l'interesse pubblico è evidente.

Entrambi i candidati «certi» per Alitalia appaiono di assoluta rispettabilità. Lufthansa, in particolare, è il più grande gruppo in Europa (in base al numero di passeggeri/chilometro). Ha una vasta esperienza in acquisizioni e rilanci, nell'utilizzo del sistema aeroportuale «multihub». Lufthansa infine, ha spalle larghe dal punto di vista finanziario, ampiamente in grado di far fronte all'indigesto boccone romano. L'ultimo dato è l'utile del secondo trimestre 2017, che è stato di 740 milioni di euro. Stando a indiscrezioni della vigilia, l'offerta per il perimetro della «Nuova Alitalia» by Lufthansa sarebbe di 500 milioni.

Va osservato che l'obbiettivo minimo dei commissari dovrebbe essere quello di raccogliere dalle spoglie della compagnia almeno un miliardo, per non far gravare sui contribuenti il prestito ponte di 900 milioni (più interessi) accordato dal governo.

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