Cronaca locale

Campo X, l'Anpi: «No all'archiviazione»

Il legale dell'associazione dei partigiani si oppone alla richiesta del pm

Alla decisione della Procura di chiedere l'archiviazione dell'inchiesta sul raduno di estrema destra del 29 aprile scorso al Campo X del cimitero Maggiore le polemiche furono roventi. L'Anpi di Milano parlò di scelta «grave e inquietante». E il sindaco Giuseppe Sala rincarò: «Un segno veramente terribile per la nostra città». L'iter giudiziario fa il suo corso, in attesa che il fascicolo venga assegnato a un gip che deciderà sulla richiesta formulata dal pm Piero Basilone d'intesa con il capo del pool anti terrorismo e anti eversione Alberto Nobili. Intanto però l'associazione dei partigiani, rappresentata dall'avvocato Federico Sinicato, ha deciso di presentare la propria opposizione all'archiviazione.

L'Anpi, è un tecnicismo, non è «parte offesa» nel procedimento bensì «danneggiata». Significa che può avere subito un danno dall'eventuale reato, ma non ha diritto di querela né di essere avvisata dei passaggi chiave dell'inchiesta. Non compare infatti negli atti del pm. Tuttavia ha diritto di costituirsi parte civile nel futuro processo (se ci sarà). L'associazione ha quindi esposto le ragioni per cui è contraria all'archiviazione in una memoria inviata all'ufficio dei gip. Starà al giudice, senza passare per un'udienza, decidere sulla base della documentazione.

La Procura lo scorso agosto aveva chiesto il proscioglimento di dieci militanti di Lealtà e azione a Casa Pound che al raduno del 29 aprile in commemorazione dei caduti della Repubblica di Salò avevano eseguito la chiamata del «presente» e il saluto romano. Le accuse sono di manifestazione fascista e manifestazione non autorizzata. Per i pm si trattò sì di un corteo «dal connotato fascista», ma non «pericoloso» cioè non tale da «raccogliere adesioni a un progetto di ricostituzione del disciolto partito fascista». L'iniziativa insomma, valutò a suo tempo la Procura, fu di carattere commemorativo e raccolto. Non «plateale» né capace di «influenzare persone esterne al movimento».

Non è di questo avviso appunto l'Anpi, per cui invece si trattò di «aperta apologia di fascismo» e per cui la decisione dei pm desta «profonda inquietudine e preoccupazione». La parola ora passa al gip.

CBas

Commenti