Cronaca locale

Presa la banda degli "scalatori" con un tesoro di 300 diamanti

Preziosi e ori per almeno 800mila euro. I 4 ladri, tre croati e un italiano, vivevano tra gli arnesi di «lavoro»

Presa la banda degli "scalatori" con un tesoro di 300 diamanti

«I diamanti sono i migliori amici di una ragazza» cantava Marilyn Monroe. E dei ladri d'appartamento, ci permettiamo di aggiungere. Quegli acrobati donnole - perlopiù georgiani e croati, veri esperti del settore - che si arrampicano sui tetti e piombano sui balconi dei nostri palazzi. Abilissimi non solo a muoversi, a scassinare porte e a calarsi da altezze per altri impensabili, ma anche a rovistare tra le nostre «gioie» scegliendo i pezzi migliori, sicuramente i più preziosi, senza mai incorrere nel pericolo di portarsi via bigiotteria o paccottiglia. Tant'è che i carabinieri della compagnia Duomo, durante l'arresto di tre di questi «fenomeni» del furto, hanno rinvenuto tra i vari arnesi da scasso, insieme a fiamme ossidriche e corde d'alpinismo, anche 291 diamanti di vario taglio e caratura, 42 zaffiri e un rubino. Valore minimo complessivo del bottino: 800mila euro

Stavolta i ladri finiti in manette sono un croato e tre italiani (di cui due però sono nati in Croazia). Prendevano di mira gli appartamenti del quadrilatero, di Brera o comunque di quartieri chic, per essere sicuri di portare via una refurtiva consistente. Infatti sono stati arrestati in flagranza in via Disciplini durante il loro ultimo colpo: due appartamenti svaligiati in contemporanea. I militari hanno subito bloccato i 4 uomini, trovati in possesso di un notebook e di alcuni monili in oro appena rubati, nonché delle chiavi di due autovetture che erano parcheggiate nelle vicinanze. Nei bagagliai sono state rinvenute due bombole di acetilene per alimentare una fiamma ossidrica, un paio di occhiali da saldatore, arnesi da scasso, numerose chiavi passe-partout, un grimaldello a pistola, una corda da alpinismo lunga 30 metri, 2 bombolette di poliuretano, un jammer, 2 telecomandi.

In cella sono finiti Giuseppe Lococo, palermitano di 59 anni, il più anziano del gruppo e tre croati, fra loro parenti: Toni Savic, 33 anni, Viktor Savic di 25 e il più giovane (che è andato agli arresti domiciliari) Jonathan Yivieslaurant, che di anni ne ha appena 19 ed è incensurato, mentre gli altri hanno tutti precedenti specifici.

Negli appartamenti in cui abitavano, case ben arredate in zona Figino, c'erano ogni genere di attrezzi per lo scasso: dagli emettitori di schiuma, fino ai disturbatori di frequenze radio e anche una pistola semiautomatica calibro 7,65 detenuta irregolarmente e con 48 proiettili, 20mila euro in contanti. Quindi un vero e proprio tesoro: 52 monete da collezione in oro e argento, 46 penne di note marche, 32 orologi di prestigiosi marchi, 31 pezzi tra anelli, orecchini e bracciali in oro con pietre preziose, le pietre preziose di cui abbiamo parlato, un misuratore di durezza per diamanti, 3 lingotti in argento, un giubbotto antiproiettile e un contabanconote elettronico.

Secondo la ricostruzione fatta dai militari non si tratta di una banda di trasfertisti ma di persone che «lavoravano» esclusivamente qui a Milano. Esattamente come il croato i due serbi e due georgiani catturati alla fine di luglio.. Il più vecchio, un georgiano di 51 anni, veniva chiamato «il dottore» talmente era abile e preciso nell'individuare e alleggerire appartamenti abitati da facoltosi residenti dove un congruo bottino sarebbe stato assicurato. La banda di ladri aveva messo a segno sette colpi a Milano e uno nel Vicentino.

La polizia si era messa sulle loro tracce dopo un furto (200mila euro di bottino) in un appartamento in via Vittor Pisani dove avevano dimenticato il cellulare: dallo smartphone si riuscì a risalire ad altri numeri di telefono e alle persone arrestate.

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