Cultura e Spettacoli

«Pangea», ossia come ti informo di cosa legge e scrive il resto del mondo

Luigi Mascheroni

Facciamo un paio di esempi, per capirci. Qualche giorno fa muore Richard Wilbur. In Italia nessuno lo conosce, ma negli Sati Uniti è un grandissimo poeta - «Poet Laureate», due premi Pulitzer, la medaglia dell'«American Academy of Arts and Letters», cose così -, bene: nessuno qui da noi scrive una riga. Loro invece ne raccontano vita, versi e miracoli. Oppure. Negli Stati Uniti è stato appena pubblicato Literature Class (ossia le lezioni tenute da Julio Cortàzar all'Università di Berkeley, California, ossia: come in una manciata di ore ti distruggo le scuole di scrittura, ossia: è impossibile insegnare a scrivere, meglio abitare l'inquietudine) e il New Yorker ci balza sopra con una bella polemica culturale/letteraria. Di cui loro ci tengono dottamente informati.

Ecco, loro - internazionali, scanzonati, giramondo - sono quelli di Pangea, un nuovissimo magazine digitale, nato a Rimini, all'indirizzo www.pangea.news, che ogni giorno propone le più curiose e inesplorate notizie culturali («Rivista avventuriera di cultura&idee» è il claim) dal resto del mondo. Sì, è così. Sembra strano che possa esistere, ma Pangea è la prima rassegna stampa - ragionata - delle pagine culturali e delle novità editoriali del pianeta, o perlomeno della sua parte occidentale. Obiettivo: dare spazio (in lingua italiana grazie alla collaborazione con la Scuola superiore per Mediatori linguistici di Misano Adriatico) ai progetti culturali più importanti che accadono nel mondo, agli italiani che fanno cose culturalmente rilevanti all'estero, ai progetti culturali nati in Italia con una vocazione spregiudicatamente internazionale.

Finanziata da Giorgio Grassi, mente della «Grabo Balloons» e patron del Rimini Calcio, edita da Jonathan Grassi, e orchestrata dal direttore letterario Davide Brullo - poeta, polemista, passionale - la rivista ha diversi lanci quotidiani con un editoriale settimanale. On-line e già molto «in», Pangea parla di letteratura, politica culturale, arte, teatro, cinema, costume... Di tutto.

Soprattutto di quello che non sappiamo.

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