Salute

Mamme troppo grasse: per i neonati sono guai

Una donna su tre è obesa o in sovrappeso «Dimenticata la dieta mediterranea»

Oggi in Italia una su tre delle future mamme è obesa o sovrappeso «e questo è davvero il problema attuale, per le donne in gravidanza e per i bambini che nasceranno. Pare incredibile che nella patria della dieta mediterranea si debba parlare di questo». A dirlo è Irene Cetin, docente di Ostetricia e Ginecologia all'Università degli Studi di Milano, primario all'ospedale Buzzi e presidente della Società Italiana di Medicina Perinatale.

Dalla ricerca epigenetica, spiega «abbiamo evidenze molto forti dell'associazione fra lo stile di vita del genitore e gli effetti sulla salute del bambino. Fino a una ventina di anni fa ci si concentrava sui problemi alla nascita e sulle malattie a lungo termine, come quelle cardiovascolari o il diabete. Progressivamente, questa associazione si è allargata ad altre malattie: cancro, sindrome metabolica, ipercolesterolemia, alterazioni neuro comportamentali. E la prima correlazione è fra il maggior rischio di sviluppare malattie e il peso, che sia troppo basso o eccessivo».

Se queste relazioni si stanno studiano nei papà, per le mamme l'evidenza è maggiore. «Per la donna sicuramente. L'alimentazione deve essere il più possibile mediterranea, rispetto a quella cosiddetta occidentale: se ci si allontana, per le coppie aumenta il rischio di difficoltà al concepimento, per il bambino quello di nascere con basso peso, con gli effetti a lungo termine che ne possono derivare. Perchè la dieta mediterranea? Per la presenza di acido folico e di grassi polinsaturi e omega 3 rispetto a quelli saturi. Uno studio ha dimostrato che nei bambini di tre anni nati da mamme che in gravidanza hanno seguito un'alimentazione più ricca di omega 3 la massa grassa è inferiore, e sono meno propensi a sviluppare obesità». E gli altri stili di vita? «Come la dieta, anche fumo e alcol incidono durante tutta l'esistenza, ma nelle prime fasi di vita l'effetto è maggiore: quello del fumo, durante lo sviluppo dei polmoni in fase intrauterina, è massimo, e può essere immediato, causando alterazioni dello sviluppo, o manifestarsi quando la persona è adulta. La nicotina ha effetti diretti sulla placenta, porta a minore ossigenazione e al rischio di basso peso alla nascita. Oggi sappiamo che influisce anche sullo sviluppo dei reni: riduce il numero dei nefroni, la loro unità funzionale aumentando il rischio di insufficienza renale».

Quanto all'alcol la raccomandazione è di evitarlo: «Si diceva che un bicchiere di vino ogni tanto non può fare male, oggi c'è la convinzione che anche una modesta quantità può portare a un rischio per il bambino». Da aggiungere «la limitazione della caffeina: fra caffè, tè e Coca Cola la raccomandazione è non superare l'equivalente di due-tre tazzine al giorno, perchè aumenta il rischio di aborto».

Dunque regole severe fin da prima del concepimento, per mamma e papà? «Più noi aumentiamo i fattori di infiammazione più peggioriamo la qualità dell'ambiente per i gameti, spermatozoi e ovociti. Se non facciamo qualcosa, aumentano anche le difficoltà a concepire. Si tratta di darsi delle regole generali per una buona qualità di vita e ridurre lo stress, a partire da alcune regole per l'alimentazione, che non devono diventare fonte di stress esse stesse».

MAgo

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