Cronache

Vittorio Messori critica il Papa: "Chiesa società liquida"

Messori, celebre scrittore e giornalista cattolico, critica Bergoglio sostenendo che la Chiesa sia immersa nella "società liquida" di Bauman

Vittorio Messori critica il Papa: "Chiesa società liquida"

Vittorio Messori è probabilmente il giornalista e scrittore cattolico più letto in occidente. Dall'intervista al Cardinale Ratzinger del 1984 al libro-intervista con Giovanni Paolo II per i quindici anni del pontificato, la voce dell'autore nato a Sassuolo ha sempre avuto un certo peso per l'opinione pubblica dei credenti. Considerato un vaticanista defilato rispetto alla lotta dottrinale tra tradizionalisti critici di Bergoglio e "guardiani della rivoluzione" del Papa, ha sollevato alcune critiche sullo stato di salute della Chiesa, parole che Libertà e Persona ha interpretato come "dubia" su Bergoglio. In un articolo pubblicato da Il Timone, infatti, lo scrittore, dopo aver dissertato sull'attualità della teoria della "società liquida" di Zygmunt Bauman, ha esteso il campo dei coinvolti in questa involuzione sociologica-esistenziale, inserendo anche la Chiesa cattolica. Scrive Messori:"...il credente è inquietato dal fatto che anche la Chiesa cattolica - che era esempio millenario di stabiltà - sembra voler diventare "liquida" essa pure". "In una sconcertante intervista - specifica lo scrittore - il generale dei gesuiti, il sudamericano Arturo Sosa, ha "liquefatto"il Vangelo stesso, poiché ha dichiarato in una intervista, le parole di Gesù, non sono state tramandate da un nastro, o disco che sia, di un moderno registratore, noi non sappiamo esattamente ciò che Egli abbia detto".

Poi, ancora, l'affondo su Bergoglio:"Ma un altro gesuita, egli pure sudamericano, nientemeno che il papa stesso, in una delle tante interviste che dà alle persone più diverse, nei luoghi più diversi, - in aereo, in piazza San Pietro, per strada - , ha ripetuto ciò che è uno dei cardini della sua strategia di governo e di insegnamento: "La tentazione cattolica da superare è quella dell'uniformità delle regole, della loro rigidezza, mentre invece bisogna giudicare e comportarsi caso per caso". Messori, insomma, pare inserire il Papa tra i responsabili del fatto che, anche per la Chiesa, citando Bauman, stia diventando accettabile che "il cambiamento" sia "l'unica cosa permanente" e che "l'incertezza" sia divenuta "l'unica certezza". Sottolinea, infatti, lo scrittore cattolico: "Il termine che papa Francesco usa più spesso è "discernimento": è una vecchia tradizione della Compagnia di Gesù, che però, sino ad ora, non era giunta a "interpretare liberamente anche il dogma, a seconda delle situazioni". Una simile impostazione, secondo la tesi del giornalista, si è rivelata essere "errata" e "dannosa" per la Chiesa cattolica.

Dal Timone, dunque, mensile cattolico per cui hanno scritto, tra gli altri, l'allora Cardinale Ratzinger, il Cardinale Caffarra e il Cardinale Mueller, si leva un'altra voce critica nei confronti dell'operato di Papa Francesco. Una boutade dottrinale basata su uno dei concetti più celebri di Bauman, il sociologo-filosofo polacco di origine ebraiche per cui la crisi del comunitarismo ha aperto le porte ad un individualismo sfrenato.

Lo stesso in cui, secondo Messori, sarebbe immersa la Chiesa.

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