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M5s-Mdp, prove d'intesa

Di Battista: "Valuteremo proposta Art.1 su abolizione Jobs Act"

M5s-Mdp, prove d'intesa

Prove di avvicinamento tra M5S e Articolo1-Mdp. Dopo l'incrocio casuale delle due delegazioni a Palermo due giorni prima del voto per le regionali in Sicilia, questa mattina alla Camera è andata in scena una lunga chiacchierata tra Alessandro Di Battista e alcuni deputati dempro tra i quali Alfredo D'Attorre. Al centro dell'incontro, avvenuto nella prima parte della mattinata a Montecitorio ancora l'esito del voto siciliano, ma anche quello di Ostia e la proposta di Mdp sulla reintroduzione dell'articolo 18. "E' naturale che noi a Ostia di fronte a una candidata di Giorgia Meloni, appoggiata da Casa Pound noi diamo come indicazione ai nostri elettori quella di sostenere la candidata M5S", spiega D'Attorre. Altrettanto "naturale e scontato" appare al deputato dempro che il movimento di Beppe Grillo sostenga la proposta di legge targata Mdp per il ripristino dell'articolo 18. Una convergenza potrebbe registrarsi poi anche su "temi economico-sociali, nelle battaglie per trasparenza e legalità", insiste D'Attorre, mentre, sottolinea, "non è all'ordine del giorno il discorso di alleanze elettorali". L'incontro tra gli esponenti delle due forze politiche, non nascosto, serve comunque anche a lanciare due messaggi. Il primo, all'elettorato di Ostia che si riconosce nella sinistra affinché possa dirottare i voti sulla candidata pentastellata. Il secondo, è un avvertimento al Pd renziano da parte della sinistra perché si tenga conto che esistono nuovi equilibri possibili. Ma da questo a parlare di alleanza o appoggio esterno in un futuro governo magari a trazione M5S, ce ne passa. Il primo a essere contrario è Luigi Di Maio, capo politico del M5S.

"Dopo lo straordinario risultato del Movimento 5 Stelle alle regionali siciliane, i partiti hanno iniziato a tirarci per la giacchetta, anche attraverso i loro giornali che riportano frasi mai dette o incontri mai avvenuti per presunte strategie in vista delle politiche. Quindi lo ripeto: il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze con i partiti che hanno distrutto l'Italia negli ultimi 20 anni", si affretta a scrivere su Facebook dopo che è stato reso noto l'incontro avvenuto in mattinata. "Non siamo nè di destra nè di sinistra. Non andiamo in giro a cercare voti di destra o voti di sinistra. Non facciamo prove d'intesa con nessun partito, partitino o sigla - sentenzia - Se alle prossime elezioni saremo la prima forza politica e otterremo il mandato dal Presidente della Repubblica, proporremo a tutti la nostra squadra di governo e il nostro programma per l'Italia e vediamo chi ci sta. Convergenze, alleanze, ticket, coalizioni sono termini da paleolitico, ma soprattutto non ci interessano assolutamente. Noi siamo il futuro: nelle parole e nei fatti", aggiunge. A pesare, nel ragionamento del candidato premier, questioni che riguardano sì la coerenza con quanto sempre detto, ma anche meri calcoli sui numeri.

Non è un mistero infatti che una possibile convergenza con Mdp avrebbe per i pentastellati una ripercussione negativa nell'elettorato al Nord dove già il M5s è più debole e dove la Lega la fa da padrona, soprattutto nei collegi.

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