Economia

Faro di Bruxelles sull'Ilva targata Mittal

La Ue vede il rischio concentrazione. Verdetto entro marzo

La Commissione Europea accende un faro sulla programmata acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal, sulla base del regolamento Ue sulle fusioni. Bruxelles, che ha tempo fino al 23 marzo 2018 per prendere una decisione, teme che l'aggregazione possa ridurre la concorrenza su una serie di prodotti in acciaio. Per la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, «l'acciaio è una materia di base cruciale per molti beni che utilizziamo quotidianamente e le industrie che dipendono dall'acciaio impiegano oltre 30 milioni di persone in Europa. Queste industrie europee devono avere un accesso all'acciaio a prezzi competitivi, per poter competere sui mercati globali. Per questo indagheremo con attenzione».

Nella serata di ieri è arrivata la risposta di ArcelorMittal, che ha spiegato di voler continuare «a lavorare in stretto contatto e in modo costruttivo con i Commissari europei per spiegare le dinamiche dell'industria dell'acciaio, le basi che sono state all'origine della proposta di acquisizione», in modo da «raggiungere un'approvazione per questa transazione il più rapidamente possibile».

ArcelorMittal è il primo produttore, sia in Europa che nel mondo, di laminati piani di acciaio al carbonio, con una vasta rete di produzione nello Spazio Economico Europeo; anche l'Ilva è un produttore significativo dei medesimi laminati. Pertanto, con la transazione ArcelorMittal aumenterebbe il proprio primato sul mercato, acquisendo l'impianto produttivo di Taranto, che è lo stabilimento a ciclo integrato più grande d'Europa. La Commissione teme che, in conseguenza della transazione, i clienti possano trovarsi a pagare prezzi più elevati, in particolare nel Sud Europa, su una serie di prodotti laminati piani, in particolare laminati a caldo, laminati a freddo e laminati in acciaio zincato.

È intanto proseguita l'occupazione dello stabilimento di Genova Cornigliano da parte dei lavoratori Ilva aderenti alla Fiom. La protesta non si è fermata nonostante l'esposto di martedì ai Carabinieri da parte dell'azienda siderurgica e malgrado il via libera arrivato dal ministero dello Sviluppo economico a uno specifico tavolo genovese per affrontare i temi relativi all'impianto.

Una data dell'incontro non è tuttavia stata ancora fissata.

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