Mondo

May all'attacco di Putin: "Interferenze sul voto". Ma dimentica la Brexit

Affondo della premier inglese, che accusa Mosca di minacciare l'ordine mondiale

May all'attacco di Putin: "Interferenze sul voto". Ma dimentica la Brexit

È il peggior attacco a Mosca degli ultimi anni e fa il paio con quello lanciato a inizio 2016 dall'ex premier David Cameron, che dopo un'inchiesta indipendente definì «omicidio di Stato» l'uccisione per avvelenamento, a Londra, dell'ex agente del Kgb Aleksandr Litvinenko. Ora tocca alla premier Theresa May, che punta il dito sulla Russia colpevole di «trasformare l'informazione in un'arma», «di intromettersi nelle elezioni» e di «hackerare il ministero della Difesa Danese e il Parlamento tedesco fra gli altri», «minacciando l'ordine internazionale dal quale dipendiamo tutti». «Sappiamo cosa state facendo. E non ci riuscirete. Perché sottovalutate la resistenza delle nostre democrazie», avverte la leader britannica durante una cena di gala nella capitale. Intanto, nelle stesse ore, il mondo scopre che ci sono proprio i russi dietro una recente e infiammata polemica anti-musulmana a Londra. Poco dopo l'attentato sul ponte di Westminster, nel marzo 2017, una donna in hijab, il velo islamico, fu fotografata mentre parlava al telefono, camminando a un passo dai cadaveri e dai feriti. La donna fu accusata di apparire indifferente alla strage: «Si disinteressa all'attacco e controlla il telefono mentre cammina accanto a un cadavere», scriveva @Southlonestar su Twitter, nonostante l'uomo che scattò la foto raccontò di avere visto la giovane visibilmente traumatizzata. Ora, a distanza di otto mesi da quello scatto, si scopre che a scatenare la polemica con quel messaggio denigratorio è stato un troll, cioè un finto profilo creato proprio in Russia da una sorta di fabbrica dei falsi account. In tutto sono 2700 quelli scoperti dall'intelligence, uno «spionaggio cybernautico che «ha incluso l'intromissione nelle elezioni» inglesi e americane. Da qui l'accusa della premier di usare l'informazione come un'arma «diffondendo false storie e immagini fotoshoppate nel tentativo di gettare discordia in Occidente e minare le nostre istituzioni».

Non sembra per nulla un caso, insomma, che Theresa May decida di parlare in queste ore, anche se lei nega ci sia un evento specifico che l'ha spinta a parlare e precisa di non volere un «ritorno alla Guerra Fredda». Ma le coincidenze sono almeno altre tre. C'è un'inchiesta che il Comitato media della Camera dei Comuni intende aprire per capire quali interferenze ci sono state sul voto americano e inglese (e in queste ore anche l'Olanda accusa Mosca). Ci sono appena state le dichiarazioni sul Russiagate di Donald Trump - «sono convinto che Putin sia sincero» - dal quale Londra vuole evidentemente smarcarsi. E infine c'è un viaggio del ministro degli Esteri Johnson in programma a Mosca per fine anno.

Ironia della sorte, però, il capo del governo inglese tocca altre questioni scottanti nel suo discorso - criticando la Russia anche sull'annessione della Crimea - ma non cita mai il referendum con cui gli inglesi hanno deciso di lasciare l'Unione Europea. Eppure in molti sospettano che dietro il risultato ci sia lo zampino di Mosca. Forse non è solo un caso che l'ex consigliere di Putin, Alexandr Dughin, anni fa teorizzasse il bisogno «di staccare la Gran Bretagna dal resto d'Europa». May sorvola e sono in tanti a dare un peso al suo silenzio. La premier vende anzi la Brexit come un'occasione «per il nostro comune impegno a economie aperte e società libere di fronte a chi cerca di minarle. Una più di tutte...la Russia». Intanto proprio su Twitter il ministero degli Esteri russo replica tra l'ironico e il piccato: «Sappiamo altrettanto bene cosa TU stai facendo».

E pubblica una foto della premier che beve vino.

Commenti