Cronache

La nuova moda a tavola: "Mangiamo solo frutta"

È in corso a Milano il primo Festival fruttariano d'Italia "per promuovere un'alimentazione etica e sostenibile, nel rispetto della natura e degli animali"

La nuova moda a tavola: "Mangiamo solo frutta"

Uva a colazione, un kaki a pranzo e una insalatona a cena, senza lattuga s'intende. Questo è il menù quotidiano tipo di un fruttariano, ma c'è chi sostiene di riuscire a farsi bastare una sola mela per 24 ore. Dalla tavola sono banditi cereali, legumi, verdure, latticini e carne. Mangiano solo frutta in tutte le salse, cruda o cotta, condita con olio extravergine di oliva, peperoncino, anice stellata, paprika e pepe. Oltre alla dolce, "anche la frutta grassa, come olive e avocado, e la frutta-ortaggio, come melanzane, peperoni, zucchine, fagiolini e zucche", dice Samanta Airoldi, una degli organizzatori del primo Festival sostenibile fruttariano d'Italia che, tra tavole rotonde e show cooking, va avanti per tutto il weekend, all’interno del tempio Shaolin, a Milano. Una nuova moda che coinvolge una nicchia di persone: si ritiene si tratti di un sottogruppo dei vegani che, secondo i dati Eurispes 2017, rappresentano il 3% della popolazione.

"La nostra è una scelta di vita", spiega Airoldi. "Ci garantisce un'alimentazione etica e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e degli animali". E le ragioni non sarebbero anche salutistiche: "L'essere umano nasce frugivoro - sostiene -. Basta osservare la presa prensile, la dentatura e l’apparato gastro-digerente, per capire che siamo fatti per prendere, masticare e digerire frutta". I fruttariani dormono qualche ora a notte, bevono poca acqua e dicono di avere molta più energia e forza da quando hanno compiuto questa scelta radicale. A Milano hanno un ristorante di riferimento, il primo di questo tipo aperto in Italia: il Veganfruttariano di Fernando Bruno che rivisita, in chiave fruttariana, "piatti delle tradizioni regionali, come: la parmigiana (con melanzane globose arrostite), gli gnocchi di platano con il pomodoro, le tagliatelle di zucchine con crema di zucca delica", dice lo chef.

Ma questo tipo di dieta è davvero sostenibile? "Assolutamente no", afferma la nutrizionista Leda Roncoroni, del Centro per la prevenzione e diagnosi della malattia celiaca del Policlinico di Milano. "È carente di tutti i macro-elementi necessari come le proteine. Bisogna stare molto attenti, perché questo regime alimentare, a lungo andare, può comportare diversi rischi come deficit proteici o carenze di minerali come il ferro".

A differenza della dieta vegetariana che, "se fatta bene con l’aiuto di un nutrizionista, e con il necessario apporto proteico derivante dai vegetali, può essere adeguata dal punto di vista nutrizionale, quella fruttariana, come tutte le diete estreme, non può in nessun caso essere equilibrata ed è sempre da evitare".

Commenti