Economia

Arcelor: «Con il ricorso sull'Ilva gli investimenti sono a rischio»

Il big indiano appeso al Tar, ma il negoziato resta aperto

ArcelorMittal, capofila della cordata Am Investco che si è impegnata a salvare l'Ilva, esprime «la propria preoccupazione» per il ricorso al Tar depositato dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto (entrambi guidati dal Pd) contro la modifica del piano ambientale del gruppo. La multinazionale indiana si allinea così alle dichiarazioni del governo, sottolineando l'impatto che l'impugnazione «potrebbe avere sull'Ilva, i lavoratori, le comunità locali e gli altri stakeholder».

ArcelorMittal sottolinea di aver «assunto impegni molto seri su Ilva. L'investimento di 2,3 miliardi previsto, migliorerà le performance industriali e ambientali dell'impianto di Taranto. È un vero peccato che la nostra volontà e capacità di realizzare tali investimenti possano essere pregiudicate da questo ricorso. Gli investitori internazionali debbono poter lavorare in contesti di certezza del diritto nei quali essi possano assumere e assolvere impegni e precise responsabilità». La multinazionale conferma, comunque, di voler «procedere rapidamente nel processo di negoziazione con le organizzazioni sindacali», qualora le condizioni lo consentano e se il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda deciderà di riaprire il tavolo delle trattative. Così come Arcelor si dice «disponibile» a procedere con il dialogo con le istituzioni locali. Anche il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, ha invitato a trattare per non fermare l'accordo per l'aggiudicazione del colosso industriali. «L'Ilva è in mezzo a un guado: il ministro Calenda dovrebbe coinvolgere tutti gli attori del territorio per una soluzione.

Le casse sono vuote e tra un po' non pagheranno neanche gli stipendi e il cerino rischia di rimanere in mano alla cittadinanza di Taranto». 

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