Economia

Addio voucher, bentornato nero Grazie alla Cgil

Primo bilancio sulla follia voluta dalla Cgil di abolire i vecchi buoni. Si sono volatilizzati 550 milioni di euro

Addio voucher, bentornato nero Grazie alla Cgil

Se affidassimo alla Cgil il ministero delle Pari opportunità saremmo fritti.

Un caso Brizzi, un sospetto caso Weinstein, porterebbe i sindacalisti della Camusso a chiedere l'introduzione della cintura di castità obbligatoria per tutti i maschi di età superiore ai 14 anni. Purtroppo, o per fortuna, i cigiellini si occupano di lavoro e pensioni e solo in questi campi possono fare danni. Non è poco. La logica, tra sesso e lavoro, è la medesima: per colpire le patologie di un sistema si utilizza il bazooka, e se qualcuno ci rimane in mezzo peggio per lui. Le norme si fanno pensando agli estremi, ai conflitti, agli abusi. Oggi possiamo fare un primo bilancio sulla follia voluta dalla Cgil e, per pavidità, approvata dal governo, di abolire i cosiddetti voucher.

Nel 2016 furono 1,6 milioni i lavoratori che in qualche forma ne usufruirono, per un monte di 134 milioni di voucher da 10 euro acquistati (7,5 euro entravano in tasca al lavoratore). Possiamo dunque dire che se non fossero stati aboliti nei primi nove mesi di quest'anno avrebbero coinvolto 1,2 milioni di lavoratori. I sostituti del voucher, secondo i dati riferiti a fine novembre, hanno raggiunto poco meno di 11mila utilizzatori del libretto famiglia e circa 34mila prestatori di lavoro occasionale. Si tratta di due nuovi strumenti contrattuali, che avrebbero dovuto sostituire i voucher, e che sommati hanno dunque coinvolto fino a novembre 45mila lavoratori. Strumenti che valgono solo per le micro-imprese (sotto i 5 dipendenti), con procedure di attivazioni più complicate che passano esclusivamente per l'Inps, invece che per le tabaccherie, e con pagamento anticipato della prestazione rispetto al giorno della sua effettiva realizzazione. Solo un burocrate o un politico poteva immaginare un sistema più complicato e disincentivante.

Che fine ha fatto il delta di lavoratori tra 1,2 milioni (dato riferibile a nove mesi di utilizzo dei voucher) e i 45mila lavoratori che hanno utilizzato un succedaneo? Ad essere corretti dovremmo gonfiare i 45mila di un terzo, poiché, queste nuove forme si sono rese operative solo ad aprile del 2017: diciamo dunque che mancano all'appello 1,14 milioni di lavoratori.

La fondazione Anna Kuliscioff, grazie a Claudio Negro, ci viene in soccorso. C'è stato un boom dei contratti a chiamata. Quelli che ci riguardano sono a tempo determinato: 182mila in più rispetto al 2016. Ovviamente ci interessano gli incrementi. Che fingiamo, ottimisticamente, siano tutti dovuti all'aumento della domanda derivante dalla mancanza dei voucher (cioè attribuiamo nullo l'incremento derivante dalla crescita economica). Anche il part time a termine ha avuto un incremento di 45mila unità. La somma fa 227mila, che su base nove mesi si riduce a 151mila. Il tutto riduce il numero di dispersi di 989mila lavoratori.

Ma andiamo avanti. Secondo Negro 230mila percettori di voucher venivano poi assunti. In sostanza, con il voucher il datore di lavoro si pagava il periodo di prova. E per 70mila casi il voucher era un modo per pagare gli straordinari. Assumiamo che questi 300mila lavoratori con l'abolizione dei tagliandi vedano periodi di prova e straordinari pagati regolarmente, ma in altre forme (è ovvio che l'abolizione dei voucher in questi casi abbia provocato maggiore nero, ma fingiamo ottimisticamente che ciò non stia avvenendo). Insomma, togliamo su base nove mesi questa tipologia di lavoratori (200mila, pari a due terzi dei 300mila appena menzionati) al nostro calcolo, scendiamo ad un numero di dispersi pari a 789mila.

Ricapitolando. Nei primi nove mesi del 2016, i voucher avevano coinvolto 1,2 milioni di lavoratori. Nel medesimo periodo del 2017, considerando i nuovi strumenti sostitutivi dei voucher e l'incremento di altre forme contrattuali che potrebbero far pensare ad un succedaneo dei voucher, mancano comunque all'appello 789mila lavoratori.

Si può ragionevolmente dire che su base annua sono scomparsi un milione di lavoratori.

La media dei voucher percepiti era di 62, pari a poco meno di 500 euro. Il che comporterebbe che 500 milioni di euro si sono volatilizzati. Non è detto che sia tutto nero.

È sempre possibile, data l'esiguità del guadagno per il singolo, che alcune piccole opportunità di lavoro siano semplicemente scomparse. Ma chi ci crede?

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