Il San Juan è scomparso per sempre

Jacopo Granzotto

La Marina argentina ha formalmente rinunciato alle disperate ricerche del sommergibile San Juan con cui ha perso i contatti dal 15 novembre. Esclusa, dunque, la possibilità di salvare i 44 membri dell'equipaggio scomparso nell'Atlantico. Lo ha annunciato il portavoce della Marina, Enrique Balbi. Stop quindi all'«operazione di salvataggio». Continuano comunque le ricerche per localizzare il sommergibile.

Nella conferenza stampa il portavoce della Marina ha spiegato che nella ricerca «si è già superato il doppio del tempo previsto dai protocolli internazionali per salvare l'equipaggio di un sottomarino». Inoltre, a due settimane dall'ultimo contatto del sottomarino con il comando operativo di Mar del Plata, la base verso la quale si dirigeva, e dopo aver setacciato miglia marine con una task force navale, non è stata trovata prova del naufragio nell'area esplorata; né si è segnalato alcun contatto col sottomarino o le sue scialuppe di salvataggio. In base a questo si ritiene che sia impossibile che l'equipaggio del San Juan sia ancora in vita. Gli esperti sostengono che la maggior parte dei marinai potrebbe essere morta nel giro di due minuti. Horacio Tobias, capitano di fregata e ingegnere navale, sostiene che il sottomarino potrebbe aver subito una scarica elettrica incontrollata. Questo avrebbe provocato un'esplosione, uno squarcio nella carena e l'immediato ingresso dell'acqua del mare. «In due minuti la maggior parte dell'equipaggio è morta», ha aggiunto l'ufficiale. Questa ricostruzione è compatibile con l'ultimo messaggio lanciato dal comandante dell'Ara San Juan, Pedro Martinez Fernandez. Questi avvertì di un «ingresso di acqua di mare attraverso il sistema di ventilazione della batteria numero 3».

La notizia della sospensione delle ricerche è stata comunicata ai familiari delle vittime.

Una decina di loro sono stati fatti salire negli uffici della base militare di Mar del Plata per ricevere la tragica notizia di persona.