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Accordo su Brexit vicino, ma resta nodo sul confine irlandese

L'accordo è fatto al 90% sui tre nodi preliminari (conto del divorzio, diritti dei cittadini Ue, confine irlandese) da sciogliere prima di passare alla fase 2 sulle future relazioni commerciali

Accordo su Brexit vicino, ma resta nodo sul confine irlandese

Sono ore cruciali per la Brexit. Oggi la premier inglese Theresa May si trova a Bruxelles per discutere del negoziato con il presidente della Commisione Jean Claude Juncker e il presidente Ue Donald Tusk. Secondo il Times, che cita un alto funzionario dell'Unione, il 90% delle decisioni sulle future relazioni Ue-Regno Unito sarà finalizzato entro la giornata.

Sul tavolo ci sono tre questioni: la "fattura" del divorzio, il futuro dei cittadini stranieri nel territorio e la frontiera irlandese, la provincia brittanica in cui vigeranno regole simili a quelle del mercato unico europeo. A riguardo il presidente Ue Donald Tusk si è spinto parecchio avanti anticipando la valutazione che "ci siamo avvicinando a progressi sufficienti". Mentre per quanto riguarda la questione dei soldi si è già giunti a un accordo: Londra si impegnerà a pagare il dovuto: un totale di 50 miliardi di euro.

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La questione irlandese

Il Partito Unionista Democratico dell'Irlanda del Nord ha respinto la possibilità di accettare qualsiasi accordo per mantenere un "allineamento normativo" tra le due Irlande dopo la Brexit. "Siamo stati molto chiari: l'Irlanda del Nord deve lasciare l'Ue alle stesse condizioni del resto del Regno Unito", ha detto Arlene Foster, la leader del piccolo partito Unionista nord irlandese che appoggia i conservatori di Theresa May al Parlamento di Westminster.

"Non accetteremo alcuna forma di divergenza normativa che separi l'Irlanda del Nord dal punto di vista economico o politico dal resto del Regno Unito. L'integrità economica e costituzionale del Regno Unito non deve essere compromessa in alcun modo", ha affermato ancora Foster in una dichiarazione rilasciata a Belfast, dopo le notizie secondo cui funzionari europei, britannici e irlandesi erano vicini a un accordo sulla formulazione di un impegno comune a mantenere aperte le frontiere.

Intanto il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha chiesto di avere uno status speciale per permettere alla capitale britannica di rimanere nel mercato unico e l'unione doganale.

"Enormi conseguenze per Londra se Theresa May ha concesso che è possibile per una parte del Regno Unito di rimanere dentro il mercato unico e l'unione doganale dopo la Brexit", ha scritto su Twitter Khan: "I londinesi hanno votato a larga maggioranza per rimanere nell'Ue e un accordo simile qui potrebbe proteggere decine di migliaia di posti di lavoro".

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