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"Juve, non scherzare".Allegri cerca ad Atene la promozione con l'8

Il tecnico bianconero vuol vincere per non dover pensare allo Sporting. E punta alla sua ottava qualificazione agli ottavi in Champions League

"Juve, non scherzare".Allegri cerca ad Atene la promozione con l'8

«Non possiamo scherzare». Massimiliano Allegri avverte la Juventus se non bastasse la storia a ricordarle che in Europa non c'è nulla di scontato. La neve di Istanbul insegna: la beffa del Galatasaray tre anni fa è ancora un ricordo vivido. E poi si gioca ad Atene, una città che è uno dei simboli delle tante «maledette» finali europee bianconere. E poi qualcosa da raccontare su queste sfide già «vinte sulla carta», ce l'avrebbero gli azzurri della Signora, visto quanto successo alla Nazionale contro la Svezia: da Buffon a Barzagli, passando per Chiellini che però ha dato forfait, prima di entrare in campo qualche parola per non finire in trappola ai compagni la diranno. Quella di stasera contro l'Olympiakos è una sfida da prendere con le molle, anche se la classifica dice che anche perdendo la Juventus potrebbe passare il girone se lo Sporting Lisbona non dovesse riuscire a vincere in casa del Barcellona. E tenendo conto che l'Olympiakos ha spesso detto bene alla Signora, la situazione più clamorosa proprio venti anni fa quando un gol di Djordjevic nel finale al Rosenborg regalò la qualificazione ai bianconeri. Oggi come allora i greci non hanno più niente da dire, già eliminati dall'Europa.

Però è meglio non pensare agli altri e: «Noi dobbiamo fidarci solo di noi stessi - dice Allegri -, non aspettiamo quello che succede a Barcellona. Dobbiamo vincere per raggiungere il primo obiettivo della stagione. Questa gara è più importante di quella di Napoli, perché non c'è spazio per rimediare». Per l'allenatore dei campioni d'Italia significherebbe anche centrare per l'ottava volta di fila (tra Juventus e Milan) gli ottavi di finale. Traguardo che gli permetterebbe di fare meglio anche di Josè Mourinho. E poi una vittoria ad Atene darebbe anche un altro senso alla qualificazione: perché sarebbe il primo successo lontano dall'Allianz Stadium in questa Champions League, dopo che nella passata edizione le aveva vinte tutte tranne che a Barcellona. E se non bastassero gli esempi infausti di cui sopra, a proposito di gite indigeste in Europa, Allegri ne ricorda una: «A Siviglia due anni fa giocammo una gara allegrotta che ci costò il primo posto nel girone».

Allegri vuol salire sul personalissimo ottovolante europeo nel migliore dei modi e chiede alla sua squadra una partita di «grande responsabilità». Napoli potrebbe rappresentare la svolta, ma la Juventus in questa stagione è spesso andata in altalena, addirittura all'interno della stessa partita. Allegri lo riconosce, ma dice anche: «I blackout che abbiamo avuto sono serviti, li abbiamo stampati nella mente. Non dobbiamo fare di nuovo gli stessi errori». E Andrea Barzagli, l'unico della BBC rimasto, con Bonucci al Milan e Chiellini a casa con la gastroenterite, ribadisce il concetto: «Sono ultimi, ma è una partita ricca di insidie e non possiamo essere così folli da caderci».

In dubbio Gianluigi Buffon e Miralem Pjanic, entrambi per affaticamento muscolare. Ci sarà Gonzalo Higuain, che dopo il gol al Napoli giocherà la seconda partita una settimana dopo l'operazione alla mano. Più che al Pipita un gol servirebbe alla Joya. Se quella del San Paolo era la partita del numero nove, Atene la deve essere del dieci. Paulo Dybala non segna in Europa da ottocento minuti, 799 per la precisione (recuperi esclusi). Un'eternità per un giocatore che in coppa si è fermato alla doppietta al Barcellona di aprile. Allegri lo pungola: «Non si deve accontentare di quello che ha fatto, ma deve pretendere molto di più da se stesso, come tutti, ma lui a maggior ragione, perchè ha qualità straordinarie e deve tornare a fare prestazioni, a prescindere dai gol, del livello che gli compete. Per lui e per tutti noi... domani (oggi, ndr) dovrebbe essere decisivo». Ora serve una Joya per confermare la Signora tra le migliori sedici del continente. Obiettivo minimo per chi ha giocato due finali in tre anni.

Poi si penserà all'Inter.

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