Cronache

Dal fumo ai cotton fioc: le novità della manovra

Parte l'esame della manovra alla Camera. Emendamenti in arrivo in Commissione: tassa sul fumo, multe doppie per i cellulari in auto e la norma sul cotton fioc

Dal fumo ai cotton fioc: le novità della manovra

Riparte l'assalto alla diligenza. Dopo l'approvazione al Senato della manovra, ora la palla passa alla Commissione Bilancio della Camera che dalla settimana prossima inizierà a discutere (e votare) i tantissimi emendamenti all'orizzonte.

I parlamentari stanno cercando di far rientrare dalla finestra di Montecitorio ciò che era stato fatto uscire dalla porta del Senato. E così, come riporta La Stampa, la commissione Trasporti "ha approvato e presentato alcuni emendamenti che prevedono sanzioni raddoppiate per l' uso degli smartphone alla guida". Cosa significa? Che se la norma venisse approvata, chi è solito scambiare messaggini mentre guida o telefonare senza usare l'apposito auricolare potrà arrivare a pagare anche 1.294 euro e rischia fino a sei mesi di sospensione della patente.

Non solo. Sempre dalla commissione Trasporti arriva l'emendamento sull'obbligo di installare in auto dei dispositivi anti-abbandono di bambini da installare nei seggiolini montanti in auto. Mentre la commissione Ambiente, d'accordo col governo, presenterà una norma per bandire dal mercato i cotton fioc non biodegradabili.

Le altre mosse dei parlamentari riguardano poi la Web Tax, che Francesco Boccia vorrebbe ridurre dal 6% al 1-2% ma estendendola anche all'e-commerce. Si rivede pure l'ipotesi di una tassa sul fumo, con il rifinanziamento del fondo sanitario con una nuova imposta suipacchetti di sigarette. Bocciato al Senato, l'emendamento prevede un aumento del prezzo fino a 20 centesimi a pacchetto in modo da incrementare di 604 milioni il fondo sanitario.

Dal lato giudiziario, invece, la Commissione Giustizia proporrà - scrive La Stampa - la "riforma del processo civile per introdurre il procedimento semplificato davanti al giudice monocratico". Dal Pd è iniziata la pressione per tagliare la durata dei contratti a tempo, oggi fissato a 36 mesi e nell'idea dei dem dovrebbe scendere a 24 mesi. Senza dimenticare la proposta di favorire l'assunzione dei dottorandi e rimodulare il settore delle politiche attive.

Al voto finale è previsto per il 19 dicembre e il Governo sembra pronto a mettere la fiducia.

Le urne sono alle porte e Gentiloni non può certo permettersi di sedersi al pranzo di Natale con la manovra ancora da approvare.

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