Economia

Audi scrive la parola fine alla cessione della Ducati

Stadler: «Non abbiamo bisogno di vendere, è strategica per noi. Tra gli interessati anche Bonomi e Benetton

Audi scrive la parola fine alla cessione della Ducati

Ducati resta nelle mani sicure di Audi Group. Nessuna cessione, dunque, della prestigiosa Casa motociclistica di Borgo Panigale, per la quale negli ultimi mesi avevano mostrato interesse l'ex proprietario Andrea Bonomi (fu lui, nel 2012, a cedere la società ai tedeschi per 860 milioni) con la sua Investindustrial, la Edizione Holding della famiglia Benetton, le indiane Hero Motor, Bajaj Auto (che controlla il 48% di Ktm) ed Eicher Motors (Royal Enfield). Ma si erano fatti avanti anche il fondo Bain Capital e l'iconica Harley-Davidson.

«Non c'è alcuna necessità economica di vendere Ducati - ha puntualizzato Rupert Stadler, ceo di Audi Group, a cui fanno capo anche Automobili Lamborghini e Italdesign -; posso assicurarvi che Ducati appartiene alla famiglia dei Quattro anelli e che rappresenta la perfetta realizzazione della nostra filosofia di eccellenza nel mondo delle moto».

Solo alcuni mesi fa era emerso che Volkswagen Group, nella cui orbita ruota Audi con i suoi satelliti italiani, aveva congelato la cessione di Ducati che sarebbe potuta valere fino a 1,5 miliardi. Contrario al sacrificio del marchio bolognese si era dichiarato il potente sindacato tedesco, sostenuto dalla maggioranza dei membri del consiglio di sorveglianza.

La possibilità di rinunciare a Ducati era stata presa in considerazione per far fronte ai costi derivati dal Dieselgate, insieme alla necessità di concentrare le risorse sui nuovi e ambiziosi programmi del gruppo riguardanti l'elettrificazione della gamma e i servizi alla mobilità (in proposito, Audi punta per il 2025 a offrire sul mercato oltre venti modelli con propulsioni alternativi, di cui la metà circa elettrici).

Ma ora i conti del colosso tedesco sembrano aver preso la giusta direzione, grazie alla strategia adottata dal ceo di Volkswagen Group, Matthias Müller, che ha portato a un consistente taglio dei costi e all'alleggerimento della burocrazia interna.

Il caso vuole che il capo di Audi, Stadler, abbia a che fare in Italia con due Domenicali, omonimi ma non legati da parentele: Claudio, ad di Ducati, e Stefano, presidente e ad di Automobili Lamborghini. E se il primo, all'Eicma di Milano aveva sottolineato come Ducati fosse «una grande orchestra composta da 1.600 persone, che pensa, progetta, realizza le nostre moto; insieme agli oltre 5mila concessionari ci impegniamo ogni giorno per offrire la migliore esperienza ai motociclisti di 93 Paesi»), il secondo, il 4 dicembre scorso, a Sant'Agata Bolognese, ha mostrato all'azionista il Supersuv Urus da 650 cavalli, modello che consentirà alla Casa automobilistica del Toro, di raddoppiare la produzione a circa 7mila unità, oltre al potenziamento in corso della forza lavoro. In Italia per Audi Group lavorano direttamente 5mila persone, più altre 10mila tra service partner e concessionari.

Il gruppo può, inoltre, contare, per l'Italia e l'estero, sulle tecnologie di molte aziende fornitrici.

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