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Grasso abusa del Senato. E Mattarella lo bacchetta

Il simbolo del suo nuovo partito sul sito di palazzo Madama: è bufera. Ma lui: "Nessun dolo, una svista"

Grasso abusa del Senato. E Mattarella lo bacchetta

È parecchio irritato in questi giorni il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E ne ha ben donde. Secondo quanto trapela da ambienti vicini al Quirinale, il capo dello Stato avrebbe deciso di assecondare i desiderata della maggior parte delle forze politiche sciogliendo le Camere entro fine anno (recentemente si è ipotizzato il 27 dicembre), in tempo utile per indire le elezioni il 4 marzo. Insomma, a questa sensibilità politica non è corrisposta altrettanta sensibilità istituzionale, soprattutto da parte del presidente del Senato; Pietro Grasso, che sta inanellando una serie di gaffe dopo aver deciso di scendere in campo.

Ieri una nuova puntata. Nella pagina del presidente Grasso su www.senato.it era visibile un tweetfeed (un riquadro con il flusso dei cinguettii grassiani) nel quale era evidenziato il simbolo di Liberi e uguali, la «cosa» bersanian-dalemiana della quale proprio Grasso è candidato premier in pectore. Tra i primi a segnalare il fatto l'ex senatore di Fi, Augusto Minzolini, via Twitter. «Lo stile istituzionale di Pietro Grasso? Cose che potevano capitare nel fascismo, nell'Urss e, di questi tempi, solo in Corea del Nord. Il declino delle istituzioni...», ha scritto.

L'osservazione ha suscitato polemiche nel Transatlantico di entrambi i rami del Parlamento, soprattutto da parte renziana: la mossa del cavallo di Grasso, infatti, è un espediente per drenare voti al Pd. Dallo staff del presidente si è immediatamente fatto filtrare che non vi è stato dolo, semmai una svista: il feed automatico fa confluire tutti i tweet sulla sua pagina. «In passato sono apparsi altri loghi dei partiti, compreso quello del Pd», hanno aggiunto da Palazzo Madama annunciando la disattivazione del feed.

Il problema è che l'ex procuratore nazionale antimafia è proprio un gaffeur professionista. Sui social media ancora lo si prende in giro per aver definito le «foglioline» che compongono la lettera E nel simbolo del nuovo partito come un simbolo femminile. E ieri si può dire che abbia rincarato la dose con un altro autogoal. «Mi fa piacere, qualche donna arriva. Siamo in fase costituente», ha dichiarato a margine di una lectio magistralis tenuta a Genova alludendo all'ingresso nella nuova formazione del presidente della Camera, Laura Boldrini.

Ecco, proprio il numero uno di Montecitorio ieri ha precisato che il suo impegno sarà posticipato. «Quali sono le mie scelte? Non ne parlo in questa sede, sarebbe una sgrammaticatura, sarebbe improprio.S iamo alla Camera e io mantengo questo profilo istituzionale. Ci tengo ad andare avanti fino all'approvazione della legge di Bilancio», ha dichiarato Boldrini durante lo scambio di auguri natalizi con la stampa. In pratica, anche l'inesperta (di politica politicante) Boldrini ha bollato come «sgrammaticata» la decisione di Grasso di confondere istituzioni e campagna elettorale.

Ecco perché Mattarella è irritato. Le sue parole, si mormora vicino al Colle, suonerebbero più o meno così: «Rispetto la sua scelta ma non l'avrei mai fatta».

Il capo dello Stato è di una risma diversa da quella del predecessore che certe scelte le avrebbe addirittura incoraggiate se funzionali a un preciso disegno politico.

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