Salute

Una macchina chiamata corpo

È arrivato l'inverno, e con lui neve e strade gelate. La gamma degli infortuni è estremamente varia e va dal semplice trauma contusivo, che guarisce da solo, con qualche giorno di riposo, alla distorsione articolare, di ginocchio e spalla in particolare, per finire alle fratture che generalmente richiedono un trattamento chirurgico seguito da un periodo di riabilitazione di diversi mesi. Ma per gli amanti dello sci, freddo significa piste innevate ed è indispensabile prepararsi al meglio per evitare infortuni in alta quota. Le ginocchia sono la parte del corpo più esposta al rischio di lesione: quasi l'80% dei traumi distorsivi conseguenti alla pratica degli sport invernali riguardano proprio queste articolazioni. Fondamentale, quindi, è la preparazione fisica; la sempre valida «ginnastica presciistica» è importante perché consente di potenziare la muscolatura, soprattutto delle gambe e del tronco, e quindi di rendere il fisico più preparato a resistere agli eventuali traumi sulla neve. Il consiglio è di concentrarsi soprattutto sugli esercizi dedicati alla core stability, ossia all'allenamento dei muscoli centrali del corpo per migliorare la coordinazione e l'equilibrio, e a quelli di coordinazione propriocettiva, con l'uso di tavolette, di tappeti elastici o dei materassini.

Infatti, l'allenamento fisico passa anche da quello mentale: per ottenere prestazioni sportive soddisfacenti, senza rischiare di far diventare una giornata di sci il de profundis per il nostro corpo, bisogna saper «allenare» anche il cervello a contrastare i repentini cambi di posizione che il corpo può subire conseguentemente a stimoli accidentali esterni (provocati ad esempio da una perdita di equilibrio).

Il cervello deve saper indicare al corpo, in tempi brevissimi, quali siano i movimenti da adottare per ritornare alla posizione corretta. E, quindi, ecco gli esercizi propriocettivi, quelli che, realizzati in palestra o all'aria aperta qualche settimana prima dell'avvio della stagione invernale. Ci consentono di percepire e riconoscere la posizione del nostro corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei nostri muscoli. La regola numero uno resta comunque quella di tenere in considerazione il proprio «punto di partenza», altrimenti si rischia di apportare più danni che benefici: chi, durante l'anno, svolge un'attività prevalentemente sedentaria deve fin da subito dedicare più tempo al recupero del gap fisico, per poi poter affrontare senza problemi tante ore sugli sci o sulla tavola da snowboard.

*Chirurgo ortopedico

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