Cronache

Calciatore ucciso per un debito di 38mila euro

I fermati, madre e figlio, sorpresi con il cadavere in auto, volevano scioglierlo nell'acido

Calciatore ucciso per un debito di 38mila euro

Milano Lui, Raffaele Rullo, ha 34 anni ma anche una protesi a una gamba; lei, sua madre, Antonietta Biancaniello, di anni ne ha 59 e portati non esattamente alla grande. Gli inquirenti li definiscono «assassini spietati e accorti» La domanda nasce però spontanea: due come loro, peraltro incensurati, sarebbero stati in grado da soli di prendere il sopravvento su un atletico 35enne come l'ex calciatore di serie C, nonché attuale direttore sportivo del Brugherio calcio fino a immobilizzarlo completamente e a sgozzarlo?

Anche per questo motivo al Comando provinciale dei carabinieri proseguono le indagini sull'assassinio di La Rosa, ritrovato cadavere giovedì pomeriggio - un mese dopo la sua sparizione- proprio sulla vettura di Rullo e la madre in viaggio lungo la Milano- Meda. Giovedì pomeriggio i due assassini, decisi a disfarsi del corpo senza vita dell'atleta, hanno fatto quello che i militari attendevano da un pezzo: sono usciti allo scoperto. Sul cadavere era già stato versato dell'acido per favorirne la decomposizione e ormai non poteva più restare nella cantina del loro condominio senza che il fetore prima o poi destasse dei sospetti, come conferma l'intercettazione di una telefonata.

Maldestra, per niente accorta o guardinga, la Biancaniello non ha esitato quindi a farsi aiutare da una vicina (del tutto estranea ai fatti) a caricare in auto il fusto sigillato che conteneva i resti del povero La Rosa. Quindi era andata a prendere il figlio e insieme stavano recandosi a Seveso, dove lui ha una cascina. Là gli investigatori hanno trovato ben 24 flaconi di acido muriatico che dovevano essere svuotate nel fusto per far sparire ogni traccia del povero ex calciatore. Bottiglie che gli assassini devono aver acquistato in più punti vendita per non destare sospetti.

Una volta condotti nella caserma milanese di via della Moscova - dove Antonietta Bianciardi, senza tradire alcuna emozione, continuava a sostenere di trasportare «del carburante» - il fusto è stato aperto e la salma scoperta. I militari a quel punto hanno iniziato a «torchiare» madre e figlio. E anche se i due, entrambi incensurati, non hanno ammesso la loro colpevolezza, i militari e il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, li accusano in concorso di omicidio volontario e soppressione di cadavere. Gli investigatori li seguivano infatti da quasi un mese. Cioè da quando, dopo che la famiglia dell'ex calciatore aveva sporto denuncia per la scomparsa di Andrea e l'ipotesi della sparizione volontaria svaniva con il passare delle ore. La compagna romena di Andrea, la romena Serena Estrella Bellini, li aveva informati che la sera in cui era scomparso, il 14 novembre, il suo uomo, per ragioni di denaro, aveva un appuntamento a Milano in via Cogne 20, a Quarto Oggiaro, a casa di un amico, un informatico impiegato in una grande azienda, che lei stessa gli aveva presentato.

A Rullo, Andrea aveva dato 38mila euro che la sera della sua scomparsa il suo assassino avrebbe dovuto restituirglieli. Il fatto di non dovergli rendere quei soldi e di potersi appropriare degli altri, è quasi sicuramente il movente di questo squallido omicidio.

Come hanno tenuto a precisare i carabinieri, il morto era davvero una brava persona.

Molto generosamente prestava denaro agli amici se si trovavano in difficoltà e lo ha fatto anche con Raffaele che invece, insieme alla madre, viene descritto come «un assassino spietato e accorto», mentre nonostante non abbia mai avuto finora problemi con la giustizia, a Quarto Oggiaro viene chiamato da tutti «balordo».

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