Politica

Ingroia contro Grasso: "Un politicante". La rivalità infinita tra ex pm a Palazzo

Dal processo Stato-mafia ad Andreotti: nuova puntata della lite che va avanti dagli anni '90

Ingroia contro Grasso: "Un politicante". La rivalità infinita tra ex pm a Palazzo

Gli rimprovera di essere il leader di un partitino che a stento raggiungerà il 3%. Proprio lui che da politico, con la sua Rivoluzione civile, non ha toccato neppure quella misera percentuale (il top 2,25% alla Camera). E lo accusa di essere un «politicante». Lui che dopo il flop politico si è consolato, da politicante navigato, con una poltroncina di sottogoverno in una società legata alla Regione siciliana. Poltrona per cui è accusato di peculato, ma che lui non disdegnerebbe di continuare a tenere anche ora che in Sicilia c'è un governatore di centrodestra.

Fa quasi sorridere l'ennesimo attacco dell'ex pm Antonio Ingroia al suo ex capo, Pietro Grasso, adesso leader di Leu. Perché è inevitabile, conoscendo la parabola di Ingroia, farsi scappare un «da che pulpito». E perché comunque si tratta di una lite tra ex toghe ora in politica.

Scontro antico, quello tra Ingroia, pm antimafia di punta a Palermo negli anni '90, e il successore di Caselli Pietro Grasso, decisamente meno politico come procuratore capo e per questo più o meno apertamente accusato dai caselliani di essere un normalizzatore. Una vecchia ruggine, da parte di Ingroia, che adesso che è in politica (o meglio ci tenta, l'ultima avventura si chiama La mossa del cavallo e la lista per cui ha già avviato la campagna elettorale è La lista del popolo per la Costituzione) si traduce in attacco frontale all'ex collega. Senza esclusione di colpi.

Già quando si era ventilata, ai primi di dicembre, una leadership di Grasso, Ingroia aveva virtualmente ripreso la toga accusandolo: non è di sinistra, è stato freddo sul processo sulla trattativa Stato-mafia (lesa maestà, visto che l'ha istruito lui prima di migrare in Guatemala per poi darsi alla politica?, ndr), non ha firmato l'appello contro l'assoluzione di Andreotti (sic!) e soprattutto è diventato procuratore nazionale antimafia con una legge del governo Berlusconi che ha penalizzato Caselli. Adesso il nuovo affondo. Un pensierino ben poco natalizio postato su Facebook dall'ex pm la notte del 25 dicembre. Scrive Ingroia: «Ora che è ufficialmente in campagna elettorale, pur senza aver lasciato la presidenza del Senato, come invece avrebbe dovuto fare, visto il palese conflitto d'interessi in cui si trova, Piero Grasso si rivela per quel politicante che è sempre stato. Perché solo un politicante può dire che governerà l'Italia, come ha annunciato a Palermo, essendo ora a capo del partitino di D'Alema e Bersani che a malapena può superare la soglia di sbarramento. E allora le cose sono due: o Grasso con D'Alema e Bersani pensano di fare l'accordo col Pd per governare l'Italia nel peggiore dei modi, come hanno fatto in questa pessima legislatura Renzi e Gentiloni, oppure prende in giro gli elettori perché col 3% o poco più non si governa un bel nulla. Caro Grasso - conclude - come diceva un grande della storia come Abramo Lincoln, puoi ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non puoi ingannare tutti per sempre». Saggio proverbio.

Che Ingroia, censore e politico flop, farebbe bene ad applicare a se stesso.

Commenti